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Udc: Gestiport potrebbe ampliare il novero dei servizi

porto2 4' di lettura Senigallia 25/08/2009 - La Giunta Regionale delle Marche con la delibera 976 del 8/6/09 ha approvato la “Proposta di deliberazione di competenza del Consiglio regionale concernente: “Approvazione del Piano Regionale dei Porti di cui alla L.R. 46/92”.

La proposta, nella parte in cui sono definite le linee strategiche dello sviluppo del Porto di Senigallia, è pubblicata nel sito internet istituzionale della Regione Marche:


http://www.regione.marche.it/Portals/0/Piano%20dei%20Porti/A5_4_fascicolo_SENIGALLIA.pdf

http://www.regione.marche.it/Portals/0/Piano%20dei%Porti/A4_RELAZIONE%20DI%20SINTESI.pdf

http://www.regione.marche.it/Portals/0/Piano%20dei%20Porti/A1_RELAZIONE%20GENERALE.pdf


La pianificazione regionale è generica dal lato economico, e per ragioni legate ai limiti delle competenze regionali non entra nel merito delle scelte strategiche da assumere per dare peso all’economia portuale, a livello locale, per cui si rende necessaria una riflessione, in ottica propositiva, per evitare il rischio che il porto di Senigallia non si differenzi dagli altri, e non riesca quindi a far emergere delle proprie peculiarità. Per rendere il porto di Senigallia, quando sarà reso pienamente funzionale, un volano per l’economia cittadina, servono proposte concrete, al di là delle decisioni prese, limitate a prevedere nelle vicinanze del porto nuovi appartamenti, negozi, ristoranti vicino al faro, e “soluzioni” per la viabilità, in ingresso ed uscita. Il Comune, per esempio, potrebbe promuovere l’avvio di collegamenti di linea via aliscafo o catamarano tra Senigallia e una o più delle isole della costa Dalmata tra quelle non toccate dalle rotte principali. Immaginabili le ricadute per il turismo e per chi voglia passare qualche giorno a Senigallia, prima di andare in Croazia, senza passare per il caos del Porto di Ancona, con tutto il rispetto per la diversificata offerta turistica che offre, e che però crea file e disagi, a volte.



A Civitanova Marche ed a Pesaro esistono o sono esistiti altri collegamenti marittimi di linea con la Croazia. Pur limitati, offrono o hanno offerto ricadute positive al turismo di passaggio, che come è noto non è più stanziale, per mesi, ma si sviluppa attorno ai percorsi dei pacchetti turistici e delle infrastrutture viarie, o più semplicemente ad itinerari studiati su internet, per auto o a mezzo treno. Sempre osservando la situazione della Croazia, capita spesso di vedere che dei privati acquistano o noleggiano degli yacht, quindi si accreditano presso le imprese che gestiscono il trasporto marittimo, ed offrono ai turisti la possibilità di vivere crociere su misura o viaggi organizzati come pacchetti turistici per gruppi e per singoli turisti. In Italia chi ha la fortuna di avere un amico che lo ospita gratis o dividendo le spese su uno yacht può fare un’esperienza unica; agli altri non resta che rassegnarsi e sognarla o usare il traghetto e l’aliscafo di linea. C’è un modo legale per organizzare e pubblicizzare questa forma di turismo alternativo, per chi viene da fuori? Un addetto ai lavori che opera nel porto di Senigallia ha detto che il noleggio degli yacht con conducente esiste, di fatto, a Senigallia e chi deve sapere sa. Forse questo è un modo per lavorare in nero senza problemi burocratici, ma con i viaggi fra amici non si sviluppa il turismo e non si attrae gente da fuori.



Il trasporto su gomma prevede in Italia il sistema del noleggio delle autovetture con conducente (NCC), mentre nel settore della navigazione servirebbe forse una disposizione normativa che agevoli questa prassi, per cui basterebbe la volontà di fare qualcosa di innovativo, per promuovere riforme che possano parificarci da questo punto di vista agli altri paesi dell’Adriatico, con i quali dovremmo (il condizionale è d’obbligo) essere in concorrenza, per quanto attiene a tutti i servizi turistici. Un altro settore economico da sviluppare è quello della manutenzione della spiaggia e dell’escavazione dei fanghi dai porti: non esistono più i servizi pubblici di escavazione nei porti (SEP) e di manutenzione e pulizia della spiaggia, nei Comuni costieri, e tali attività sono affidate con dispendiose gare di appalto alle poche ditte operanti nel settore, nei Comuni sede di porto.



La società pubblico privata che gestisce il porto di Senigallia (Gestiport) attualmente ha un ambito di attività limitato ed altresì limitate sono le quantità e le qualità delle partnership attivate per svolgere i servizi portuali. Gestiport potrebbe ampliare il novero dei servizi che gestisce e attrezzarsi per svolgere la manutenzione dell’arenile e l’escavazione in proprio, per Senigallia e, previa gara di appalto, in favore di tutti i Comuni interessati, anche al di fuori della Regione, e beneficiare così dei corrispettivi economici che il Comune di Senigallia e quelli vicini pagano attualmente alle poche ditte private specializzate, di altre Regioni. Accanto a questi settori nuovi, che potrebbero offrire ricadute positive sull’economia locale, potranno trovare un maggiore sviluppo anche le altre attività tradizionali della pesca, della trasformazione e vendita dei prodotti ittici, e della cantieristica. In attesa della fine dei lavori di sistemazione del Porto, ci aspettiamo novità come quelle segnalate, o che vadano al di là delle nuove edificazioni, con i soliti negozi, bar e ristoranti, sempre molto ben tenuti, ma che sono ormai sufficienti, a Senigallia.



Claudio Piermattei e Giuseppe Gambelli

da Giuseppe Gambelli
segretario Udc Senigallia




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-08-2009 alle 16:12 sul giornale del 25 agosto 2009 - 2586 letture

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