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Ex Unes-Enel: demolizione illegittima, occorre un diverso modello di sviluppo turistico

ex enel 5' di lettura Senigallia 15/06/2009 - E’ difficile che il Piano d’Area delle ex colonie marine potrà “decollare” secondo i negativi propositi della Giunta comunale: allo stato attuale degli atti né il tratto di Lungomare antistante le ex colonie potrà essere eliminato, né il Palazzo ex Unes-Enel potrà essere abbattuto. E tutto questo è, a mio parere, un bene per Senigallia.

Già con la prima Petizione abbiamo costretto il Comune a subordinare lo smantellamento del tratto di Lungomare antistante le ex colonie ad una successiva variante urbanistica. E il contenuto di questa variante è tutto da ri-definire anche perché è già oggi intaccato, nella sostanza iniziale del Piano d’Area, dalla attivazione della tutela indiretta da parte della soprintendenza sulle ex colonie Miliani. Rimane da affrontare la questione del Lungomare nella sua interezza, ma, impedito il Referendum, saranno i cittadini con la nuova Petizione “14.000 metri 14.000 firme” a ristabilire un quadro di confronto trasparente sulle prospettive del litorale.

Quanto all’edifico ex Unes-Enel, la DIA per la demolizione è illegittima. In base alle norme attuali del PRG non è consentito in quell’area demolire alcunché fino alla approvazione dello strumento urbanistico attuativo, dunque non senza gravi responsabilità di quanti eventualmente abbiano già autorizzato o autorizzino. E lo strumento urbanistico attuativo, cioè il Piano di lottizzazione, certamente non è stato approvato e forse nemmeno presentato in Comune. Pertanto diffiderò il Sindaco e i diretti responsabili comunali dall’autorizzare la demolizione.

Siamo in un ambito di Piano regolatore completamente diverso da quello di un normale intervento con concessione edilizia diretta, nel quale la demolizione sarebbe possibile in quanto il PRG non rinvia a nessun altro livello attuativo. Qui invece il PRG richiede ben due successivi livelli di attuazione, preliminare (Piano d’Area) e attuativo (Piano di Lottizzazione con pubblicazione e osservazioni da parte dei cittadini) stabilendo che, riporto testualmente, “fino alla data di approvazione del Piano attuativo, sono consentiti sui manufatti esistenti, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria…”. Va da se che nessuno può legittimamente far rientrare la demolizione nella categoria della manutenzione ordinaria o straordinaria.

La lettera della Soprintendenza sulle ex colonie marine, più che essere una verifica di carattere preventivo, ha tutto il sapore di una “sanatoria” cucita addosso ai desiderata dell’amministrazione comunale e non solo: una sorta di parere a posteriori, incompleto e contraddittorio, che non chiude affatto la questione, anzi aggiunge nuovi elementi che impongono, come già da tempo ho chiesto al Comune con una Istanza, il riesame del Piano d’Area, per cui insieme alla diffida chiederò l’effettiva discussione in Consiglio Comunale della Proposta di recupero dell’edificio da me presentata in data 16 Aprile 2009.

A tutto ciò si deve aggiungere che l’insieme degli avvenimenti storici e sociali che hanno interessato per tre quarti di secolo l’edificio ex Unes-Enel fanno di questo palazzo una struttura monumentale oggettivamente (faccio notare che il significato essenziale di monumento è appunto quello di “memoria” ) a prescindere dallo stesso parere della soprintendenza e a prescindere dal giudizio estetico che ciascuno soggettivamente è portato ad esprimere. Pertanto non lo si può distruggere senza assumersene tutte le responsabilità e senza lasciare ferite nel tessuto civile di una comunità.

D’altra parte l’indifferenza verso la “demolizione” delle memorie comunitarie è tipica dei poteri subalterni, laddove in luogo del bene comune si lascia che i pochi erigano il loro “culto”. E a Senigallia il consumo delle aree strategiche per la speculazione dei miniappartamenti, problema annoso e mai risolto, è oggi divenuta una sorta di “culto” che ai pochi è consentito di imporre alla città con ricadute più negative che positive sul mercato locale e sulla struttura sociale e urbana. E’ innegabile che da quando il radicalismo reazionario di questa Giunta si è insediato al potere, un vero e proprio tsunami di miniappartamenti (l’area Sacelit da sola ne conta centinaia) ha investito la città di Senigallia. Se il disegno dell’attuale governo comunale sulle ex colonie marine si realizzasse tale e quale, al posto di un monumento avremo altri blocchi di miniresidenze; e al posto di un lungomare di tutti i cittadini avremo un verde attrezzato al servizio di una struttura privata.

La nostra iniziativa, partendo dal duplice obiettivo del “si al lungomare” e del “si all’edificio ex Unes-Enel”, vuole invece aprire un confronto nella città per focalizzare modalità di governo che possano favorire un tipo di economia turistica fondato non tanto sul modello puramente speculativo del “miniappartamento” quasi sempre fonte di desertificazione economico sociale, bensì su un modello che possiamo definire valoriale in quanto a determinare i nuovi scenari dello sviluppo locale possono concorrere, appunto, i tanti elementi del nostro territorio che già oggi incorporano significati; e il palazzo ex Unes-Enel è uno di questi elementi.

E’ risaputo che il problema principale di Senigallia non è la mancanza di ricettività: a volte nemmeno nel periodo centrale di agosto alberghi e residenze turistiche registrano il cosi detto “pieno”. Ciò che manca a Senigallia è il sapersi proporre come un “sistema riviera territorio” capace di offrire opportunità interessanti ed occasioni attraenti per una molteplicità di mercati turistici non ultimo quello dei giovani; laddove è ormai assodato che un mix di soluzioni, che vanno dal divertimento, allo sport, agli eventi, alla promozione dei valori storici, culturali e ambientali del territorio, costituisce l’asse portante di una moderna offerta turistica che si fa sistema.

Non solo, è anche dimostrato che l’offerta turistica legata alla creativa promozione dei valori culturali produce rapporti assai vantaggiosi tra spese per investimenti e ritorno economico e, oltre ad essere un valido richiamo aggiuntivo per il turismo balneare, è un ottimo veicolo di flussi turistici permanenti. In questo senso a Senigallia, al di là di tanta demagogia e di tanta mistificazione di quanti vogliono far passare le soluzioni del passato legate agli interessi particolari dei soliti noti come innovazioni, siamo davvero in grave e colpevole ritardo.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-06-2009 alle 17:06 sul giornale del 15 giugno 2009 - 4049 letture

In questo articolo si parla di politica, luciano chiappa, senigallia, ex enel





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