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Bandabardò e Gian Maria Testa al Caterraduno di Senigallia
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“C’è la crisi, ma noi non ci fermiamo, e anzi raddoppiamo”, lancia così Solibello la serata di venerdì sera. La Bandabardò al Foro Annonario seguita a ruota da Gian Maria Testa in Piazza del Duca hanno provveduto a riempire le piazze di Senigallia, in un concerto durato ore e ore.
La Bandabardò non era nuova a Senigallia e neanche al Caterraduno. Con un Foro che si riempie poco a poco, quelli della Banda iniziano a suonare alla grande, con il repertorio classico, arricchito da canzoni tratte dall’ultimo loro album Ottavio.
Il siparietto d’apertura ha visto la Banda Osiris salire sul palco “per sbaglio” intonando una nota canzone della Bandabardò, ma presto ci si è accorti della “truffa”, e quelli originali si sono lanciati sul palco iniziando il concerto con i quattro della Banda Osiris.
A mezzanotte grande migrazione del popolo di Catrepillar unito a quello di Senigallia in piazza del Duca, dove tutto era pronto per accogliere Gian Maria Testa e i musicisti che l’hanno accompagnato nella sua performance.
Le sonorità di Testa sono lievi, dolci , a volte malinconiche. Le parole sono pura poesia ed il suono della chitarra è ricco di atmosfere intime e romantiche. Il suo raccoglimento è l’esatto opposto dell’atmosfera esuberante che aveva pervaso il Foro con la Bandabardò. Due concerti che si completano a vicenda.
La Bandabardò non era nuova a Senigallia e neanche al Caterraduno. Con un Foro che si riempie poco a poco, quelli della Banda iniziano a suonare alla grande, con il repertorio classico, arricchito da canzoni tratte dall’ultimo loro album Ottavio.
Il siparietto d’apertura ha visto la Banda Osiris salire sul palco “per sbaglio” intonando una nota canzone della Bandabardò, ma presto ci si è accorti della “truffa”, e quelli originali si sono lanciati sul palco iniziando il concerto con i quattro della Banda Osiris.
A mezzanotte grande migrazione del popolo di Catrepillar unito a quello di Senigallia in piazza del Duca, dove tutto era pronto per accogliere Gian Maria Testa e i musicisti che l’hanno accompagnato nella sua performance.
Le sonorità di Testa sono lievi, dolci , a volte malinconiche. Le parole sono pura poesia ed il suono della chitarra è ricco di atmosfere intime e romantiche. Il suo raccoglimento è l’esatto opposto dell’atmosfera esuberante che aveva pervaso il Foro con la Bandabardò. Due concerti che si completano a vicenda.

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