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Caso Felipe: la crisi è vostra, le case no!

felipe giuli 4' di lettura Senigallia 24/01/2009 - Affitti estivi a 3.000€ al mese per un bilocale. Appartamenti di lusso in costruzione nell’ex-liceo scientifico e nell’ex-liceo classico. 170 case - dai 45 ai 150 mq - vendute a 6.000€ al mq alla ex-Sacelit. Le graduatorie per le case popolari ferme al settembre del 2007 con 260 domande. 60 case a canone sociale e circa 120 a canone concordato (dai 400 ai 600 euro mensili) in costruzione. Migliaia di appartamenti sfitti.

Un lucroso business di affitti in nero, allegramente tollerato dalla Guardia di Finanza, che non riscontra nessuna irregolarità neanche nei cantieri edili, in un paese dove 4 persone al giorno muoiono di lavoro. Benvenuti a Senigallia, preda di immobiliaristi romani e di ricchi predoni del nord Italia, tutti intenti ad arricchirsi tramite cemento e rendita. Felipe, invece, è un ragazzo qualsiasi. Classe ‘81, dalla maggior età vive da solo, lontano dai genitori che all’età di 6 anni lo hanno adottato. Felipe Giuli ha anche servito lo Stato: quattro anni in Marina, due dei quali come sminatore in Afghanistan. Negli ultimi quattro anni, idraulico presso la Marotta Yachting. Lavoro regolare con paga da apprendista a poco più di 800euro al mese ed un alloggio di fortuna al Hotel Trocadero, ove aveva anche la residenza. Dal Hotel è uscito quattro mesi fa, per cercarsi una casa più dignitosa, ma ha trovato un garage di circa 40mq in Via Respighi a 550euro al mese, spese incluse. Tutto in nero.


Una sistemazione transitoria, in attesa di andare ad abitare con la sua nuova compagna. Ma c’è la crisi e la sua ditta gli da il ben servito. Da un mese Felipe è senza lavoro, senza disoccupazione e senza cassa integrazione. Pagare il fitto in nero diventa impossibile. Come impossibile è vivere in un garage, umido, pieno di muffa (il medico gli segnala un principio di asma), privo di riscaldamento, finestre, scarico dell‘acqua. Insomma, privo di ogni norma di sicurezza. Inabitabile. La padrona di casa [....] farebbe bene a non mentire, in quanto la compagna di Felipe ha assistito sia allo scambio di soldi da mano a mano che al ricambio della bombola del gas. Mentre noi, ieri, appena ci siamo allontanati, abbiamo assistito al tentativo di un uomo di forzare il cancello di casa di Felipe. Come sempre le bugie hanno le gambe corte. Per trovare un altro lavoro serve la residenza. Per regolarizzare la sua situazione e denunciare il fitto in nero, Felipe va dai Carabinieri, dalla Municipale, dalla Polizia ed all’Anagrafe. L’unica cosa che ottiene è: “si trovi un’altra casa”. Ieri, abbiamo denunciato e resa pubblica la situazione di sfruttamento in cui versa un ragazzo di questa città. Lo abbiamo fatto perché Felipe ha avuto il coraggio di non tacere, rendendo visibile quello che tutti sanno ma che nessuno dice: un fiorente, lucroso e tollerato mercato di affitti in nero. Felipe, la crisi non la vuole più pagare!


Oggi è un uomo invisibile. Senza residenza non può avere un lavoro, senza un lavoro non può affittare una casa. In più, rischia di perdere ogni diritto elementare come l’assistenza sanitaria, la patente e il voto. Inevitabile chiedersi quante altre persone versano nella stessa intollerabile condizione. Scandalosa è l’indifferenza degli organi di polizia ed amministrativi davanti ad una denuncia di sfruttamento. Alla faccia delle omelie su legalità e sicurezza! Inesistente è una politica abitativa e mentre i cittadini perdono la residenza, l’Assessore-per-caso Campanile pattina sul ghiaccio e gioca al lotto con i numeri delle case popolari. Quest’estate avevamo proposto un piano per la ricostruzione di un patrimonio d’edilizia pubblica e popolare. Se qualcuno ci avesse ascoltato forse oggi Felipe avrebbe una casa ed un lavoro regolare. Leggiamo sui giornali di un Fondo Sociale per le famiglie in difficoltà, bene, ma le persone hanno bisogno di case e non di essere legate a vita ad un assistente sociale. Lo ripetiamo, non è con pratiche assistenzialiste ed emergenziali che si risolve un problema strutturale come l’emergenza casa, soprattutto nel pieno di una recessione. Chiediamo che l’Amministrazione Comunale, l’ufficio del lavoro ed i sindacati degli inquilini si attivino per restituire la cittadinanza a chi come Felipe se ne è visto scippato. Chiediamo che una persona venga sottratta dal vortice dell’economia in nero. Chiediamo che un senigalliese abbia la possibilità di costruirsi una vita che sia dignitosa, partendo dalla casa e dal lavoro. Sarà tutto questo che diremo, quando martedì con Felipe, ci recheremo ad un incontro presso l’assessorato ai servizi alla persona.






Questo è un articolo pubblicato il 24-01-2009 alle 01:01 sul giornale del 24 gennaio 2009 - 6083 letture

In questo articolo si parla di mezza canaja





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