comunicato stampa
Confartigianato: l\'artigianato tiene a Senigallia


La crisi fa sentire i suoi effetti sulle piccole imprese con un peggioramento, negli ultimi tre mesi, delle condizioni di accesso al credito. Dall’indagine realizzata dalla Confartigianato di Senigallia emerge che, nell’ultimo trimestre del 2008, il 26,2% dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con gli istituti di credito, soprattutto per quanto riguarda i costi bancari troppo elevati, l’incremento delle garanzie, le richieste di rientro del credito, i tempi lunghi delle procedure. Nonostante tutto si continua a far impresa. Nel 2008, secondo il centro studi di Confartigianato, nell’intero comprensorio senigalliese hanno aperto 178 nuove aziende artigiane a fronte di 152 chiusure (+ 26).
Il comune di Senigallia fa la parte del leone con 120 nuove attività (91 le cessazioni con un saldo positivo dunque di 29 imprese). Segno negativo invece per Barbara ( -1), Castelcolonna ( -1), Corinaldo (-3), Ostra (-4), Ostra Vetere (-4). Positivo il comune di Ripe ( +7), Catselleone di Suasa (+2), Monterado (+1). Tra i settori che nell’intero comprensorio hanno fornito le performance migliori, sottolinea Marco Bazzucchi presidente della Confartigianato di Senigallia figurano le costruzioni con 60 nuove aziende ( 47 le chiusure), il legno con 10 nuove imprese ( 5 le chiusure), tiene anche il settore della metalmeccanica e dei servizi alla persona, cala il settore dei trasporti L’Osservatorio di Confartigianato mette in evidenza che il 72,1% degli imprenditori teme ripercussioni della crisi sulla propria attività economica.
La situazione della liquidità aziendale viene definita dal 53,4% dei giovani ‘peggiorata’ rispetto ai primi sei mesi del 2008. Scende al 24,6% la percentuale di giovani che indica peggiorato l’indebitamento dell’impresa rispetto al primo semestre 2008.
L’atteggiamento nei confronti delle banche è molto cauto: nell’ultimo anno soltanto il 14,9% degli imprenditori ha aumentato la richiesta di prestiti o finanziamenti alle banche e, per i prossimi sei mesi, appena il 5,6% degli intervistati pensa di chiedere nuovi finanziamenti agli istituti di credito. Attualmente il 45,8% dei giovani alla guida delle piccole imprese ha linee di credito attive, che nel 35,4% dei casi consistono in mutui.
I timori per la crisi e le restrizioni sul fronte creditizio non scoraggiano però i giovani ‘capitani’ delle piccole imprese.
Infatti, nel corso dell’ultimo anno, il 29,7% ha effettuato investimenti nella propria azienda e soltanto il 12,4% degli intervistati prevede nei prossimi mesi di ridurre gli investimenti nello sviluppo dell’impresa. La determinazione delle nuove leve della piccola imprenditoria è testimoniata anche dal fatto che il 60,4% degli imprenditori ha utilizzato risorse proprie per avviare l’attività. Soltanto il 6% ha usufruito di finanziamenti pubblici. Dalle risposte emerge che le nostre piccole imprese non avvertono una “reale recessione”, bensì mostrano un atteggiamento di attesa di segnali positivi che restituiscano fiducia. La flessibilità e la capacità di adattarsi alle richieste del mercato hanno permesso alle nostre aziende di sopportare la crisi. Quindi è necessario sostenere i piccoli imprenditori con misure che favoriscano l’accesso al credito e contemporaneamente rimuovere costi e vincoli che ne soffocano le potenzialità”.

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