Ramarri & C.: il cinghiale

Il cinghiale (Sus scrofa) appartiene all\'ordine degli Artiodattili che presenta come caratteristica un numero pari di dita. Il terzo ed il quarto dito sono rivestiti dallo zoccolo, il secondo ed il quinto possono essere sviluppati o piccoli e rudimentali, e in questo caso non toccano terra quando l\'animale cammina, ma è possibile osservarne le tracce se il cinghiale si muove in terreni fangosi o nevosi.
Le popolazioni di cinghiale, presenti in gran parte del territorio italiano, hanno conosciuto un incremento negli ultimi cinquanta anni. Questo incremento è stato aiutato dall\'abbandono delle campagne, dei pascoli e delle aree montane con il conseguente aumento della superficie boschiva, dalla mancanza di predatori e da ripopolamenti a scopo venatorio con esemplari provenienti dal centro Europa. L\'aumento delle popolazioni del Lupo appenninico negli ultimi anni segue probabilmente l\'incremento delle popolazioni di cinghiale.
Non è del tutto chiara la sistematica a livello sottospecifico. Ciò è complicato dall\'ibridazione delle popolazioni selvatiche con conspecifici domestici e dall\'incrocio con forme provenienti da aree geografiche differenti ed introdotte dall\'uomo in zone estranee all\'areale originario. Nella nostra penisola si possono individuare tre sottospecie: Sus scrofa meridionalis in Sardegna, Sus scrofa scrofa, ovvero il cinghiale centroeuropeo e Sus scrofa major, il cinghiale maremmano.
I cinghiali frequentano ambienti con copertura boschiva, dalle faggete alla macchia mediterranea.
Il periodo riproduttivo va dal periodo autunnale a quello invernale, da novembre a gennaio. In questo periodo i maschi adulti si avvicinano ai branchi femminili allontanando i giovani maschi. In primavera si ricompongono i branchi misti composti da femmine e giovani, mentre i maschi adulti dalle caratteristiche “zanne” (canini inferiori molto sviluppati detti “difese”) generalmente vivono isolati o in piccoli gruppi. I branchi femminili sono matriarcali, tutte le femmine collaborano nella difesa dei cuccioli. Non è raro il fenomeno dell\'adozione. Quando il parto si avvicina, tra aprile e maggio, le femmine si allontanano dal branco. La dieta del cinghiale è assai varia: frutti, bulbi, radici, cereali, uova, carogne, invertebrati. Il manto degli adulti è bruno, quello dei piccoli si presenta striato longitudinalmente.
La mancanza di una gestione venatoria razionale rende difficoltoso il controllo della specie. La forma di caccia più utilizzata, la braccata a squadre con cani da seguito, oltre ad arrecare disturbo a molte specie animali, in particolare i cervidi, provoca una destrutturazione delle popolazioni con un aumento dei danni alle colture. I cinghiali possono esercitare un impatto notevole sulle fitocenosi forestali e sulle attività agricole, suggerendo di controllare la densità delle popolazioni.

Questo è un articolo pubblicato il 23-10-2008 alle 01:01 sul giornale del 23 ottobre 2008 - 10937 letture
In questo articolo si parla di attualità, francesca morici, cinghiale
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