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Dove va la fotografia?

3' di lettura Senigallia 16/10/2008 - Incominciamo una nuova rubrica dal titolo: Fotografia e dintorni con alcune riflessioni che partendo da una città, Senigallia, con forte vocazione per la fotografia, possano in qualche modo, portare dei contributi in questa direzione; potranno essere storie di passioni, recensioni, o altri fatti sempre con un occhio attento e rigoroso e una voce forte, senza influenze.
Sarà anche un luogo dove chi vuole potrà aver selezionate le proprie immagini, magari anche con qualche riguardo.

Immagino che come accade per chi sente o legge l’oroscopo (molti), qualche fotoamatore sarà curioso di sapere se si potrà prevedere un futuro (immediato) per la fotografia; potremmo azzardare future direzioni utilizzando, per esempio, la sua memoria storica e tracciando un bilancio di come si è mossa la fotografia (e non solo negli ultimi tempi) anche alla luce delle nuove ed incalzanti tecnologie( per esempi tra l’analogico e il digitale). (In realtà non abbiamo la pretesa di essere così veggenti… se lo fossimo saremmo più occupati con le lotterie).

La fotografia ha la funzione di aiutarci a superare l’angoscia provocata dal fluire del tempo, come sostituzione magica di qualcosa che il tempo annulla, sia registrando le pause della memoria, evocando momenti e situazioni ormai perse che suscitano l’illusione di vincere il potere distruttivo del tempo. Ma è anche percezione e certamente analogia del reale e quindi come succedanea della realtà fornisce il punto sulla visione sociale, sui miti e sulle angosce, sui mali e sulle bellezze di questo mondo.(Quante immagini della società ci implicheranno!).

La fotografia può essere: creazione, ispirazione, estro, poesia, partecipazione, estemporaneità, emozione, conoscenza. Si sperimentano più direzioni di ricerca nelle arti visive contemporanee e la fotografia ha, nella società dell’immagine, una parte preminente; contestualmente per il proprio paradosso è nello stesso istante ed esanime. Un momento che ha “un prima” e “un dopo”, traccia un movimento. Le immagini anche se appaiono ferme sono sempre in movimento, camminano con noi e vivono un po’ anche per gli altri. La fotografia e forse solo lei, ha il potere di evocare il tempo a volte passato ma a volte un tempo indefinito, certamente quello delle nostre storie e passioni.

La fotografia può essere tutto o niente: non ci interessa in questo momento parlare di belle, buone o brutte fotografie ma è niente quando ci si dimentica della sua funzione, del suo linguaggio, della sua capacità espressiva ed estetica (ritorniamo alla forma e al contenuto) e la si utilizza solo per altre questioni.

Le immagini sono in movimento ed incontrano sempre più spettatori senza un proprio territorio, dentro un apparente universalismo caratterizzato da un’esuberanza di culture e una miriade di simboli. La nostra formazione e conoscenza è in permanente movimento ed ogni identità ma anche ogni immagine va cercata in questo continuo rinnovamento. E’ però certo che, come sempre, la fotografia andrà con le idee degli uomini. E’forse questo il segnale che voglio mandare e ben venga se qualcuno, al termine di queste brevi riflessioni, potrebbe avere avuto una felice intuizione.

Anche se i segnali non sono poi così entusiasmanti, speriamo che questo sia una buona direzione per realizzare tutte le cose che abbiamo a cuore e ancora per fornire un contributo che possa migliorare qualcosa in questo mondo che ne ha proprio bisogno.

Come era solito augurare Luigi Crocenzi al fotografo Eriberto Guidi …. buone poesie!







Questo è un articolo pubblicato il 16-10-2008 alle 01:01 sul giornale del 16 ottobre 2008 - 11248 letture

In questo articolo si parla di arte, cultura, fotografia, mario giacomelli, enzo carli, gianni berengo gardin, fotografia e dintorni

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