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comunicato stampa
Giornalista del Corriere aggredita dai familiari di Francesca Lorenzetti

2' di lettura
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dall\'Ordine dei Giornalisti - Marche
www.odg.marche.it

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche esprime solidarietà e vicinanza alla collega di Corriere Adriatico aggredita da alcuni componenti della famiglia di Senigallia colpita da un grave fatto di sangue.

Oltre all’aggressione fisica (tanto da dover ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso) la collega è stata costretta a consegnare il proprio telefono cellulare che è stato controllato dalle stesse persone che l’hanno poi pesantemente aggredita.


I cronisti che si occupano dei fatti di cronaca nera svolgono un compito difficile e ingrato, ma è loro dovere cercare responsabilmente notizie su quanto è avvenuto per informare correttamente e compitamente i lettori. I giornalisti sono consapevoli che, in vicende luttuose e dolorose come quella avvenuta giovedì a Senigallia, chi è colpito direttamente da una tragedia non gradisca l’inevitabile invadenza di chi ha il compito di raccontare ciò che è avvenuto, rispettando il dovere etico della “verità sostanziale dei fatti”.


Ma nessuna situazione e nessuno stato d’animo giustificano l’aggressione che resta un fatto di intolleranza e di inciviltà da condannare con fermezza e senza riserve.

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche in più occasioni ha invitato i colleghi a rispettare la “dignità delle persone” (sempre e comunque) e a muoversi con la necessaria discrezione soprattutto in occasione di gravissimi episodi di cronaca come quello avvenuto giovedì in strada, a Senigallia.

Solo immaginare che la cronista possa aver fotografato il cadavere della vittima sulla pietra dell’obitorio significa avere una concezione assolutamente deviata dell’informazione e del lavoro dei giornalisti.

Il fatto che l’aggressione sia avvenuta dopo aver preteso di controllare il telefonino (cosa assolutamente inaccettabile) e aver preso atto dell’infondatezza dell’accusa, dimostra una preconcetta avversione nei confronti di chi cerca di informarsi responsabilmente non certo per “sciacallaggio” ma nel rispetto dell’etica professionale e dei propri lettori.