comunicato stampa
Giornalista del Corriere aggredita dai familiari di Francesca Lorenzetti


Oltre all’aggressione fisica (tanto da dover ricorrere alle cure dei
medici del pronto soccorso) la collega è stata costretta a consegnare
il proprio telefono cellulare che è stato controllato dalle stesse
persone che l’hanno poi pesantemente aggredita.
I cronisti che si occupano dei fatti di cronaca nera svolgono un compito difficile e ingrato, ma è loro dovere cercare responsabilmente notizie su quanto è avvenuto per informare correttamente e compitamente i lettori. I giornalisti sono consapevoli che, in vicende luttuose e dolorose come quella avvenuta giovedì a Senigallia, chi è colpito direttamente da una tragedia non gradisca l’inevitabile invadenza di chi ha il compito di raccontare ciò che è avvenuto, rispettando il dovere etico della “verità sostanziale dei fatti”.
Ma nessuna situazione e nessuno stato d’animo giustificano l’aggressione che resta un fatto di intolleranza e di inciviltà da condannare con fermezza e senza riserve.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche in più occasioni ha invitato i colleghi a rispettare la “dignità delle persone” (sempre e comunque) e a muoversi con la necessaria discrezione soprattutto in occasione di gravissimi episodi di cronaca come quello avvenuto giovedì in strada, a Senigallia.
Solo immaginare che la cronista possa aver fotografato il cadavere della vittima sulla pietra dell’obitorio significa avere una concezione assolutamente deviata dell’informazione e del lavoro dei giornalisti.
Il fatto che l’aggressione sia avvenuta dopo aver preteso di controllare il telefonino (cosa assolutamente inaccettabile) e aver preso atto dell’infondatezza dell’accusa, dimostra una preconcetta avversione nei confronti di chi cerca di informarsi responsabilmente non certo per “sciacallaggio” ma nel rispetto dell’etica professionale e dei propri lettori.

SHORT LINK:
https://vivere.me/etgN