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comunicato stampa
Mobility Game 3: considerazioni conclusive

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da Alberto Di Capua
Age Senigallia


alberto di capua
Al Maestrale, sabato scorso, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del terzo Mobility Game, il gioco sulla mobilità scolastica, che quest’anno ha coinvolto ben 1200 bambini delle scuole elementari e medie della città.
Le classi vincitrici sono state per le medie la II A della Marchetti e la II E della Mercantini e per le elementari la V A della Leopardi e la IV B della Pascoli che hanno vinto una gita ai Monti Sibillini. A chiusura del gioco ci pare giusto fare qualche piccola considerazione che possa incoraggiare in futuro questo genere di iniziative. Il Mobility Game come “Processo”. Il gioco nel tempo diventa più ricco con nuove iniziative che coniugano la modalità di spostamento (pedibus, bicibus, car pooling) con la sfera delle relazioni sociali e della salute personale. Nel primo caso il ‘Pedibus Guidato’ ha consentito ai bambini di mettere in comune la propria esperienza di mobilità con altri bambini (“Io a scuola ci vado con i miei amici”), con i propri genitori e con alcune persone anziane che si sono messe a disposizione per accompagnarli a scuola. Nel secondo caso, invece, attraverso un sondaggio, abbiamo verificato la consistenza degli zaini tra i ragazzi delle scuole medie al fine di segnalare ai genitori e agli insegnanti che qualcosa si può fare per alleggerire le spalle spesso affaticate da pesi eccessivi.

Il Mobility Game come “Comunità Educante”. Il Comune,. la Scuola, l’Associazionismo, le Famiglie, le Aziende sponsor costituiscono un esempio di “Comunità Educante” impegnata ad affrontare un problema che assilla sempre di più la qualità della nostra vita in città: l’inquinamento da traffico. Probabilmente non se ne ha ancora una piena consapevolezza ma le dimensioni che sta acquisendo il gioco, gli attori coinvolti, l’organizzazione che c’è dietro, la regia accurata, la comunicazione sempre più efficace, dimostra che con il tempo un’idea educativa comune sulla mobilità ce la stiamo costruendo. Ricordiamo, a questo proposito, un passaggio del Progetto Age del 2004: “…oltre a formulare soluzioni organizzative (dove passano o si fermano le macchine, quali strade percorrono i bambini) bisogna affrontare la questione educativa, attivandoci per la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli insegnanti, dei genitori, dei bambini e delle Istituzioni, obiettivo più lungo e sfidante da raggiungere”

Per arrivare a questo ci sono voluti quattro anni e crediamo che difficilmente si possa tornare indietro, perché, con questo tipo di esperienza educativa, siamo sempre più certi che per allevare un bambino oggi ci voglia un villaggio.


alberto di capua