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Corinaldo: intitolata ad Arnaldo Ciani la sala consiliare

targa corinaldo 11' di lettura 29/04/2008 - La celebrazione del 25 aprile si è svolta in tono ridotto per i lutti che hanno colpito la cittadina gorettiana. Il corteo, con in testa la banda musicale, ha sfilato in silenzio sino al Monumento ai Caduti, al Sacrario e al Cippo che ricorda il sacrificio del tenente Alfonso Casati, deceduto nel 1944 per la liberazione di Corinaldo. Qui il sindaco ha deposto corone d’alloro mentre il trombettiere della banda ha suonato l’attenti; al termine del corteo la banda ha eseguito l’Inno Nazionale.

La cerimonia di intitolazione della Sala Consiliare all’Avv. Arnaldo Ciani, primo sindaco di Corinaldo nel 1944 e primo difensore civico della Regione Marche, e l’assegnazione del premio di storia contemporanea “Arnaldo Ciani” per l’anno scolastico 2007/2008 si è svolta nella Sala consiliare del Comune. Il sindaco Livio Scattolini, prendendo la parola, ha detto: “Il 63° anniversario della liberazione, dopo la fine della seconda guerra mondiale, noi a Corinaldo lo viviamo in un momento particolare, perché due nostri fratelli ci hanno lasciato. Prima di iniziare la cerimonia, che poi seguirà con il premio Ciani, vi pregherei di osservare un minuto di raccoglimento”.



Il sindaco, proseguendo, ha ringraziato i presenti, le autorità civili e militari e Settimio Ciani, figlio del primo sindaco di Corinaldo, ed ha aggiunto: “il premio Ciani è giunto all’ottava edizione e in questa occasione, per ricordare più degnamente la figura di Arnaldo Ciani, l’Amministrazione comunale ha deciso di intitolargli la Sala Consiliare”. Il sindaco Scattolini e Settimio Ciani hanno provveduto a scoprire così la targa posta nella Sala Consiliare. Da parte dei presenti si è levato un caloroso e lungo applauso. Il Sindaco ha aggiunto: “da oggi, questa sala sarà chiamata sala consiliare “Arnaldo Ciani” Sindaco della liberazione 14 agosto 1944 e primo difensore civico della Regione Marche”. Marco Grandi consigliere provinciale, nel suo intervento, ha voluto esprimere i sentimenti di dolore per il lutto che ha colpito la cittadina corinaldese.



Settimio Ciani ha ringraziato il Sindaco, la Giunta ed il Consiglio Comunale di Corinaldo per la sensibilità, la perseveranza ed il grande onore che hanno voluto accordare al ricordo della figura del padre, dedicandogli la futura Sala Consiliare del Comune.
E’ per me un grande piacere – ha detto - tornare ogni anno a Corinaldo per partecipare alle celebrazioni del 25 aprile assieme alle Autorità, ai cittadini ed alle scuole”. Si è passati alla lettura e premiazione del tema proposto per il premio di storia contemporanea “Arnaldo Ciani”; sono risultate vincitrici le alunne Alice Lisotti, Luisa Mantoni e Ileana Morbidelli della Classe 3ª B, Scuola Media Statale di Corinaldo. La motivazione dell’elaborato premiato è la seguente: “Per aver saputo svolgere il tema assegnato con linearità e riferimenti precisi al periodo storico trattato, in virtù anche di un’analisi compiuta dell’evoluzione sociale e culturale dallo Statuto Albertino all’odierna Costituzione, riportando infine in maniera non casuale alcuni articoli “cardine” della carta costituzionale della nostra Repubblica”.




Il tema che ha vinto il premio Ciani a cui hanno partecipato 25 alunni della Scuola Media Statale di Corinaldo.


1948-2008: 60° anniversario della Costituzione italiana. Rifletti su quanto ebbe a dire l’onorevole Pietro Calamandrei agli studenti universitari e medi di Milano il 26 gennaio 1955, nell’ambito di una serie di conferenze sulla Costituzione italiana e ripercorri gli avvenimenti principali che hanno determinato la nascita della Repubblica italiana.



In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia : tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie, sono sfociati qui, ci si sentono voci lontane... Se voi giovani volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Repubblica, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la dignità e la libertà, andate lì giovani, perché lì è nata la nostra Costituzione.



Nell’ottobre del 1922, con la Marcia su Roma, il Re Vittorio Emanuele III affida il governo a Mussolini. Quest’ultimo intraprenderà una politica dittatoriale che prenderà il nome di Fascismo. Questo nome deriva dai fasci di combattimento, gruppi che riuniscono giovani di forze diverse con un programma politico che si oppone a socialisti, comunisti e cattolici. Durante la sua dittatura Mussolini cerca il consenso degli italiani, vara le leggi fascistissime, firma i Patti Lateranensi con i quali mette fine alla divisione tra Stato e Chiesa (11 febbraio 1929) e dichiara il cattolicesimo religione di stato; istituisce i sindacati fascisti, organizza il tempo libero degli italiani e riforma la scuola. Con la sua politica protezionista, le esportazioni crollano e l’economia rallenta; durante la crisi del 1929 Mussolini potenzia i lavori pubblici e lo Stato aiuta le industrie e le banche. Riguardo alla politica coloniale, conquista l’Etiopia (1935-1936). Nel 1938, dopo essersi alleato con Hitler, Mussolini emana le leggi razziali; il Führer provocherà la Seconda Guerra Mondiale coinvolgendo anche l’Italia, a partire dal 1940.



Il regime fascista tiene il potere fino al mese di luglio del 1943, quando sbarcano gli Alleati in Sicilia. Solo allora il Re si rende conto degli errori commessi dal Fascismo e fa arrestare Mussolini. Il regime fascista cade. Badoglio sale al governo, firma la resa incondizionata e l’8 settembre 1943 annuncia l’armistizio. I tedeschi invadono l’Italia: il Re e Badoglio fuggono a Brindisi. Gli italiani, sentendosi traditi, perdono la loro fiducia verso il Fascismo e verso la Monarchia. L’Italia è divisa in due: a sud ci sono gli alleati; a nord, dove ci sono i tedeschi, la guerra non è ancora finita. Il 12 settembre 1943 Mussolini viene liberato e forma la Repubblica Sociale Italiana (RSI) a Salò; ma gran parte degli italiani non crede più in lui e nel suo sistema di governo. Da tutto questo nasce la Resistenza, guerra di partigiani contro fascisti e tedeschi. I partigiani italiani, insieme alle forze alleate, liberano Napoli, Roma e Firenze. Molti giovani si rifugiano nelle montagne per proteggersi dai fascisti e dai tedeschi. Tanti gruppi partigiani sono sterminati; questo è un esempio delle distruzioni e delle morti provocate dalla Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver vissuto le brutte esperienze del fascismo e della guerra, gli italiani capiscono di aver bisogno di un’altra forma di governo, diversa sia dalla Monarchia sia dalla dittatura: la REPUBBLICA. Nel 1946 i cittadini sono chiamati a scegliere con un referendum se continuare ad avere la Monarchia o accettare la nuova forma di governo. Alcune testimonianze che abbiamo raccolto affermano che i giovani e i cittadini corinaldesi, prima del referendum, manifestavano in piazza le proprie idee e si informavano da chi ne sapeva di più. Il referendum produce un risultato molto positivo: l’Italia diventa una Repubblica.



Gli italiani accolgono con entusiasmo il cambiamento politico perché tutti possono finalmente esprimere le proprie idee e le proprie opinioni; nessuno ha più paura. A questo punto l’Italia è in pieno cambiamento e per poterlo realizzare completamente serve ancora qualcosa di nuovo… qualcosa che regoli la vita degli italiani ma che sia diverso da tutto ciò che essi avevano avuto prima. Sta per nascere la COSTITUZIONE ITALIANA. Qualcosa di simile c’era già, lo Statuto Albertino che era in vigore dal 1848, quasi 100 anni prima! Lo Statuto Albertino era stato concesso dal Re Carlo Alberto di Savoia per il Regno di Sardegna; al momento dell’unione dell’Italia, nel 1861, era stato esteso a tutte le regioni italiane dal figlio Vittorio Emanuele II. La nuova Costituzione, elaborata dai “ Padri Costituenti “ (rappresentanti di tutti i partiti politici) che si sono ispirati alle Costituzioni degli altri paesi prendendone gli aspetti principali, è democratica, dà il potere al popolo e riconosce i diritti e i doveri dei cittadini. È composta da 139 articoli, è divisa in tre parti: Principi Fondamentali, Diritti e doveri dei cittadini e Ordinamento della Repubblica. Parla di rapporti civili, sociali, economici, politici, del parlamento, del Presidente della Repubblica e degli altri organi delle Stato. È un documento scritto in un testo unico; è ampio perché tratta dei principi fondamentali dello stato, di diritti e di doveri fondamentali dei cittadini; è rigido perché è un compromesso fra le varie forze politiche; è programmatico perché stabilisce obiettivi per il futuro.



Ci piace riportare alcuni degli articoli più importanti della nostra Costituzione: Art.1. l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art.2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art.3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Art.11. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni > internazionali rivolte a tale scopo. Art.34. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. Art.48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico…..Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.



La Costituzione è per noi giovani una bussola che ci indica come possiamo realizzare la libertà, la giustizia, la pace e la solidarietà; come possiamo formare una società moderna, libera, giusta e pacifica attraverso il lavoro, la famiglia, la scuola, la scienza e l’arte. Il lavoro è alla base della nostra Repubblica e costituisce un diritto e un dovere del cittadino. Il nostro è un paese civile dove non c’è distinzione tra uomo e donna. Gli articoli della Costituzione che parlano della famiglia sono orientati alla felicità e alla difesa dei bambini. In Italia ogni cittadino è libero di esprimere i propri pensieri con ogni mezzo. Tutto ciò che abbiamo narrato in questo lavoro conferma le parole del Calamandrei quando dice che “ In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia: tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie.” Inoltre egli afferma che “Se voi giovani volete andare in pellegrinaggio dove è nata la nostra Repubblica andate nelle montagne dove caddero i partigiani per riscattare la dignità e la libertà.” Noi abbiamo vissuto questa esperienza e siamo andati a Monte Sant’Angelo, dove si trova una casa diroccata nella quale si erano rifugiati alcuni partigiani per sfuggire dai Tedeschi e dai Fascisti.



Questi partigiani furono sterminati insieme alla famiglia che li aveva ospitati; i nemici non risparmiarono nemmeno la piccola Palmira di soli sei anni. I nostri nonni, rivolgendosi a noi giovani, ci hanno consigliato di studiare bene le vicende storiche del ‘900 raccomandandoci di fare scelte ragionate perché “quello che è buono oggi non è detto che vada bene anche domani.” Secondo noi 60 anni fa il popolo italiano era molto interessato alla vita politica e teneva particolarmente ad avere una Costituzione che lo rendesse libero, mentre oggi si dà meno importanza a questi valori che si considerano scontati. Questo forse perché oggi possiamo avere tutto quello che vogliamo, senza rendercene conto.

Concludiamo con una riflessione rivolta a tutti i giovani come noi: dobbiamo ritenerci fortunati e dobbiamo prendere coscienza di tutto quello che è successo prima di noi e che ha formato la nostra Italia.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-04-2008 alle 01:01 sul giornale del 29 aprile 2008 - 4329 letture

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