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Rifondazione all\'attacco: il sindaco Angeloni deve dimettersi

rifondazione comunista 4' di lettura Senigallia 29/03/2008 -

Rifondazione comunista attacca il Partito Democratico e il sindaco Luana Angeloni.

L\'uscita dalla maggioranza e le dimissioni dell\'assessore al turismo e alle attività Luigi Rebecchini sollevano un gran polverone politico.



Rifondazione Comunista, rappresentata in Consiglio Comunale da Roberto Mancini, replica agli attacchi sferrati dal primo cittadino e dalla giunta. La variante arceviese non è un pretesto né una strumentalizzazione quanto piuttosto l\'ennesima dimostrazione della “pericolosa politica urbanistica che sta portando la città di Senigallia verso la cementificazione



Rifondazione non ha dubbi e mira dritto anche contro la Angeloni chiedendone le dimissioni e le conseguenti elezioni anticipate. “Con l\'uscita dalla maggioranza Rifondazione denuncia i pericoli della politica irresponsabile che il resto della maggioranza sta portando avanti -chiosa il segretario cittadino Fabrizio Petrolati- l\'errore politico è stato quello di avere eletto un sindaco che non è di Senigallia e che quindi non ama questa città altrimenti avrebbe più rispetto della sua storia e della sua cultura. La variante arceviese è l\'ennesima dimostrazione dell\'urbanistica che distrugge tre frazioni non tenendo conto della vivibilità e del rispetto dell\'ambiente. Dopo Lanfranco Bertolini, gli assessori all\'urbanistica, compreso Gennaro Campanile, sono solo di facciata e distruggono la città con scelte sottomesse ad interessi particolari”.



Rifondazione è un fiume in piena e guarda anche al futuro prossimo. “Che dire poi della variante corinaldese cui già qualcuno sta mettendo mano, la cementificazione che attanaglia la fascia costiera, l\'area ex Enel e poi anche il fenomeno delle polveri sottili che rende Senigallia una delle città più inquinate delle Marche -aggiunge Petrolati- l\'arroganza del sindaco e del partito unico porta a decisioni imposte senza confronto, i cittadini non hanno voce e le categorie economiche subiscono plagi e ricatti. Senza lo Sdi e Rifondazione la maggioranza ha ancora i numeri in Consiglio ma non ha più la maggioranza del mandato elettorale. La Angeloni è stata eletta con il 56% e Rc ha inciso per l\'11% quindi il sindaco non ha più il consenso dei cittadini e i 15 consiglieri del Pd non hanno alcun mandato elettorale. Serve il coraggio di andare alle elezioni anticipate”.



A rischio, a livello locale, anche l\'alleanza con la Sinistra Democratica con Rifondazione che si definisce “più ambientalista dei Verdi” e che vede il futuro insieme più che mai incerto. A togliersi non pochi sassolini dalle scarpe è anche l\'assessore dimissionario Rebecchini. “La variante è altro che un pretesto, siamo arrivati a questo punto a causa dell\'arroganza del sindaco e del resto della Giunta -rivela Rebecchini- siamo preoccupati per il polo direzionale che grava sul campus scolastico e sul traffico, per l\'oasi di San Gaudenzio dove si può fare di tutto e di più ma anche per il caos edilizio in cui versa la città. Il sindaco dice che va avanti. Certo, ma per dare risposte ai cittadini serve l\'ascolto. Non è stato possibile restare perchè la maggioranza non sa dare risposte sul futuro, come sulla variante corinaldese o sulla lottizzazione di via Cellini. In giunta poi non c\'era collegialità. Io stesso molte volte sono stato costretto a non discutere questioni in Giunta per paura che le mie pratiche venissero stoppate”.



Uno strapotere del Pd, che ricopre praticamente tutti i ruoli istituzionali, rispetto al quale i Verdi soggiacerebbero in silenzio “perchè attenti a non uscire dal proprio seminato”. “Il Pd gestisce autonomamente il governo cittadino e i nove secondi concessi per discutere la variante arceviese ne sono una prova -fa eco il capogruppo Roberto Mancini- il consiglio comunale ratifica le decisioni che vengono prese da due o tre persone, anche esterne alla giunta. Noi abbiamo chiesto la verifica 13 mesi fa e non all\'inizio del secondo mandato. Deprimente anche l\'attacco del segretario del Pd Fabrizio Volpini che dicendo che non si sa cosa vogliamo nega anche l\'intelligenza politica al suo interlocutore”. A difendere il partito interviene anche il segretario regionale di Rifondazione. “Non siamo noi ad uscire dalla maggioranza -sottolinea Giuliano Brandoni- ma la maggioranza che esce dal programma elettorale. Sono rimasto anche stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco e del segretario del Pd come sollevati dalla nostra decisione”.



(Nella foto, da sinistra Giuliano Brandoni, Luigi Rebecchini, Fabrizio Petrolati e Roberto Mancini)








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-03-2008 alle 01:01 sul giornale del 29 marzo 2008 - 4030 letture

In questo articolo si parla di rifondazione comunista, giulia mancinelli, politica





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