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comunicato stampa
Palazzo Gherardi, Italia Nostra: evitare forzature ideologiche

2' di lettura
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da Virginio Villani
Italia Nostra-gruppo di Senigallia

\"Il dibattito sulla destinazione di quella parte dei Portici detta impropriamente Palazzo Gherardi andrebbe mantenuto su un terreno di realismo per evitare forzature ideologiche\".
Tutti abbiamo la consapevolezza che si tratta di una struttura di notevole valore storico-architettonico inserita com’è nel fronte dei Portici Ercolani. Ma va anche tenuto presente che il suo interno, a parte lo scalone di ingresso, non presenta alcun pregio artistico o architettonico e quindi in via teorica nulla vieta che una volta salvaguardato il suo aspetto esterno, possa avere le stesse funzioni di altri edifici monumentali del centro storico, e cioè di uso privato.


Tuttavia per decenni l’edificio ha ospitato il Liceo Classico e la Biblioteca Comunale e quindi è percepito da molti Senigalliesi come luogo destinato tradizionalmente alla cultura. Quando la sua struttura si è rivelata inadeguata a queste funzioni, o per lo meno così è stato ritenuto dal Comune, queste funzioni sono state trasferite altrove. A questo punto il Comune vorrebbe alienarlo per realizzare un utile che potrebbe anche andare a vantaggio di altre strutture culturali, come Biblioteca e eventuale Museo. Una parte dell’opinione pubblica invece vorrebbe che conservasse la sua originaria destinazione culturale.



Il nodo della questione quindi non è tanto il suo valore monumentale, che verrebbe in ogni caso salvaguardato, quanto il suo valore di memoria storica e la sua localizzazione urbana, ritenuta a ragione più adatta per un uso collettivo, anche se la sua destinazione a residenza privata andrebbe nella direzione del progetto da tutti condiviso di riportare abitanti in città. Che cosa fare allora? La proposta di una struttura museale avanzata da “Società e Ambiente” è condivisibile, ma non sappiamo se sia compatibile con la conformazione dell’edificio e con i vincoli di carattere architettonico che creano ostacoli alla sua messa in sicurezza. Una proposta parallela, nel caso non sia percorribile la prima, potrebbe essere quella di un riutilizzo misto pubblico e privato.



Senigallia ad esempio ha bisogno di mettere in rete i suoi tanti spazi culturali e museali, creando un unico centro gestionale e un luogo che offra un’immagine unitaria dell’identità della città, una specie di interfaccia dei luoghi artistici e monumentali e della storia culturale della città a fini conoscitivi, turistici e didattici. L’idea ovviamente ha bisogno di trovare una sua concretizzazione progettuale. Per questo scopo sarebbe sufficiente una parte dell’edificio, magari quella più pregevole che si affaccia sul canale, e il resto potrebbe essere alienato, ricavandone le risorse necessarie per il progetto di riuso pubblico.