comunicato stampa
Corinaldo: 70 anni di sacerdozio per don Enrico Paniconi


Don
Enrico Paniconi è nato a Corinaldo il 13/12/1912.
E\' stato
ordinato sacerdote il 12 marzo 1938 a Corinaldo da mons. Carlo
Falcinelli, vescovo di Jesi, nella chiesa parrocchiale di San
Francesco di Corinaldo.
Al termine, Cesare Morganti ha rivolto parole di augurio allo zio ed ha ringraziato le autorità presenti, la badante polacca Maria e la nipote Francesca, per le cure che hanno per lo zio.
Nel pomeriggio, S.E. mons. Giuseppe Orlandoni, vescovo della diocesi di Senigallia, accompagnato dal parroco mons. Umberto Mattioli e dal vicario generale don Luciano Guerri, si è recato presso l\'abitazione di don Enrico, per fargli gli auguri e per pregare insieme al caro sacerdote corinaldese.
Al termine della gradita visita, il vescovo ha impartito la benedizione al festeggiato ed ai presenti.
Don Enrico nel 1939 va aiuto cappellano a Monterado e poi a Monsanvito, quindi a San Gregorio di Ostra. Nel 1941 va cappellano a Corinaldo. Segue anche le signore della S. Vincenzo. Nel 1951, durante la Settimana Santa, passa a Ripe; poi ritorna a Corinaldo come cappellano. Il 1° maggio 1970 è nominato mansionario della Pia Fondazione Giuseppe Lamperti della Cattedrale Basilica di Senigallia. Il 6 giugno 1987 viene nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di S. Nicolò di Piticchio, vacante per la morte di don Amedeo Paniconi. Dal 1988 torna definitivamente nella sua casa di Corinaldo.
Don Enrico è stato un valente pittore.
Ha partecipato a rassegne nazionali ottenendo premi e riconoscimenti e a rassegne internazionali: Salone delle Nazioni a Parigi 1983, Galleria Mondragore a Parigi 1984, Pal. Expo di Ginevra Who\'s Who International Art nel 1997. Ha allestito mostre personali con successo di pubblico e di critica. Le sue opere si trovano in chiese e in collezioni private, in Italia e all\'estero, particolarmente nelle Marche e nel Lussemburgo. \"Di fronte alla pittura di Paniconi viene spontaneo esclamare: \'ma che gran mano\'.
Per cogliere l\'anima del suo dipingere occorre analizzare tre momenti della produzione artistica, correlati a tre stadi della sua personalità: 1) Dalla cultura contadina nascono i magnifici paesaggi marchigiani e commoventi scorci di vita campestre; 2) Dalla cultura classica i quadri più impegnativi e più elaborati, come il famoso \"Convivium\" che è forse la sua opera migliore; 3) Dalla cultura religiosa, profondamente sentita e vissuta, scaturiscono il dolore struggente nei volti delle sue madonne e la sublime sofferenza dei suoi crocifissi; scaturisce anche la dolce malinconia della vecchietta che recita il rosario con le \'mani che pregano\'.

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