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Frei Betto alla Scuola di Pace di Senigallia

Frei Betto 4' di lettura Senigallia 07/03/2008 - Ieri sera all\'auditorio San Rocco il teologo e scrittore brasiliano Frei Betto è stato ospite della Scuola di Pace, incontrando un numeroso pubblico sul tema \"All\'ascolto dei poveri che fanno la storia\".

Introdotto dal Professor Vittorio Mencucci e con l\'ausilio di Fausto Marinetti per la traduzione, il teologo ha fatto subito un distinguo sul modo di intendere la pace da parte di G.W. Bush e da parte del profeta Isaia: per il primo la pace è il risultato di un equilibrio di forze, per il secondo è possibile solo come frutto della giustizia.
Secondo l\'ONU, circa 4 miliardi di persone nel mondo soffrono, vivendo sotto il limite di sopravvivenza: 2 miliardi e 800 milioni vivono con una rendita mensile di 60 dollari; 1 miliardo e 200 milioni sono definiti \"miserabili\", e sono coloro che la rendita mensile ce l\'hanno di appena 30 dollari; di questi ultimi, 840 milioni soffrono di fame cronica.



Esistono quattro fattori di mortalità: la violenza, gli incidenti sul lavoro, le malattie e la fame. Si assiste ad una notevole mobilitazione per contrastare queste cause, ma per quanto riguarda la fame, quella che incide di più, si fa una sorta di distinzione di classe, è quella su cui infine si lavora di meno.
Con queste premesse, Frei Betto si chiede \"cosa significa lottare per la pace?\" Non può essere solo assenza di conflitto, ma è saper gestire i conflitti stessi. La migliore spiritualità viene da lui definita quella di Gesù: tutta la sua vita è nel conflitto, fin dalla nascita, quando Giuseppe non abbandona Maria alla notizia dell\'attesa di un figlio, perché sapeva che sarebbe stata lapidata non essendo ancora sposata.



Nel professare la Teologia della Liberazione, che è speranza di liberazione sociale, Frei Betto, religioso che si occupa di tematiche sociali, si sente apostolo del \"prigioniero politico\" Gesù: tutto nella nostra vita ha a che fare con la politica, e così come Gesù predicava nel regno di Cesare, oggi si predica un mondo nuovo in un mondo capitalista.
Costruire la pace è lottare per la giustizia. Nell\'America Latina la fede è il mezzo di liberazione dall\'oppressione di alcuni governi dittatoriali: i poveri leggono la Parola di Dio, e si imprimono autostima e volontà di migliorare il mondo.



I poveri non si chiedono mai cosa fare per conquistare la vita eterna; questa domanda se la pone chi ha già la vita terrena assicurata e cerca un investimento anche per quella posteriore alla vita. A loro Dio risponde con ironia o aggressività. Quando invece i poveri si domandano come conquistare vita in questa vita, come un cieco che chiede di vedere, o uno zoppo che chiede di camminare, Dio risponde con compassione, dà impulso per rivitalizzare la vita stessa.
Per arrivare a Dio, nel Cristianesimo, si passa attraverso il prossimo: quando si fa qualcosa al prossimo, si fa a Dio.
L\'amore secondo Gesù non è tolleranza assoluta, ma sincerità con l\'altro, anche se potrebbe far male. Siamo consapevoli che siamo umani, ma in quale momento si è passati da scimmia ad essere umano? In realtà l\'anello mancante, sostiene Frei Betto, siamo noi stessi, siamo degli esseri in divenire: non possiamo ancora considerarci esseri umani, perché manchiamo nelle relazioni fondamentali. Con noi stessi, con il prossimo, con la natura e con Dio. Abbiamo molte difficoltà a relazionarci prima di tutto con noi stessi, ma viviamo, senza rendercene conto, dando un \"bacio\" alla natura, quando respiriamo ossigeno e restituiamo anidride carbonica all\'aria.



Manca un\'educazione al silenzio, alla meditazione: chi sa meditare impara ad amare sé stesso e gli altri, migliorando tutte le relazioni, perché non prova invidia del prossimo, ma umiltà. Si rende consapevole che ognuno è singolo ma in comunione con il creato: mangiare è un atto eucaristico, qualsiasi cosa venga mangiata, prima era viva, animale o vegetale. Si può considerare il mangiare da soli quasi come peccato. È in questa comunione che l\'universo è tutto abbracciato da un processo di salvezza, in cui si sente Dio anche se non si può vedere, e si sente quando si ama.
Esorta a costruire ciò che sosteneva l\'utopia socialista: un uomo e una donna nuovi. Un \"uomo nuovo\" che abbia le caratteristiche allo stesso tempo di una Santa Caterina da Siena e di un Ernesto Che Guevara.



Frei Betto parla anche di quando fu invitato a collaborare al progetto del Presidente del Brasile Lula, \"Fame Zero\", in cui l\'obiettivo era mettere fine alla fame di 40 milioni di persone, renderle quindi indipendenti nel giro di un anno e mezzo. Presto però si accorse che il governo non desiderava che la gente si emancipasse, ma che anzi, preferiva una forma di assistenzialismo che potesse garantire più voti al potere. Il teologo non aveva inoltre la libertà di criticare il governo, e per questo motivo ha dovuto subire anche quattro anni di carcere. Riferisce anche che l\'America Latina sta vivendo ora un momento positivo, una \"primavera democratica popolare\", in cui \"il popolo sta votando in chi ha la faccia di popolo\".








Questo è un articolo pubblicato il 07-03-2008 alle 01:01 sul giornale del 06 marzo 2008 - 3488 letture

In questo articolo si parla di attualità, scuola di pace, laura biagetti, frei betto





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