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Crisi del manufatturiero, ecco le soluzioni di Confartigianato

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Ad essere in difficoltà sono i settori di punta della nostra economia. La Confartigianato di Senigallia ha analizzato l’andamento congiunturale mettendo in evidenza che in un anno nel solo comprensorio di Senigallia hanno chiuso 39 aziende del settore della metalmeccanica, 20 del tessile 18 del legno e perfino nell’edilizia dove a fronte di 60 aperture sono state 51 le chiusure.

da Confartigianato


Le difficoltà della meccanica, sottolinea Giacomo Cicconi Massi segretario della Confartigianato di Senigallia, ci preoccupano notevolmente. Soprattutto l’entroterra è ricco di aziende artigiane e il settore della metalmeccanica è stato sempre particolarmente vivo assieme al calzaturiero. Il comparto manifatturiero rappresenta circa 700 imprese ed una ricchezza significativa in termini di occupazione (2.500 addetti) e di prodotti.

Per la categoria della meccanica in particolare, ma in generale come strategia diffusa, la Confartigianato ha avviato azioni di sostegno alle aggregazioni di imprese, agendo sulle stesse attraverso azioni che si rivolgono ai macro ambiti della formazione, dell’innovazione tecnologia e dell’ internazionalizzazione, non più considerati a compartimenti stagni, ma come un continuum dialogico che consenta alle imprese di recuperare competitività e contestualmente di essere un modello di sviluppo e di diffusione di conoscenza per tutto il distretto. L’intento è dimostrare che si possono superare le criticità derivanti dal presunto “limite dimensionale” proprio facendo aggregazione, la formazione ne è un esempio , andando a recuperare proprio quei concetti di impresa formativa che è la base dell’artigianalità e il concetti di sistema distrettuale vivo e dinamico, in cui le conoscenze si scambiano tra imprese e tra lavoratori in maniera osmotica dando vita ad un sistema che cresce nel suo complesso e dando al nostro territorio quella capacità competitiva inimitabile che ci contraddistingue nel mondo. Per ciò che concerne il tessile, altro settore strategico, il decentramento produttivo e i bassi costi della manodopera dell’Est, sono state alcune delle cause del ridimensionamento o addirittura della chiusura di laboratori artigiani con pesanti riflessi in termini occupazionali nel territorio.

Alle difficoltà del mercato si somma la perdita di potere delle imprese contoterziste che subiscono prezzi ribassati. Queste ditte , a differenza delle imprese che operano direttamente sul mercato, non hanno la possibilità di diversificazione produttiva ma sono strettamente legate alle sorti e decisioni dell’azienda committente ed in questa situazione cercano di restare sul mercato con evidenti difficoltà, pur mantenendo i livelli occupazionali. In questo momento è fondamentale muoversi in difesa della nostra economia, valorizzando le aziende locali e puntando i riflettori sulla qualità, l’occupazione e l’eticità dei nostri processi produttivi. Occorre introdurre misure volte al consumo di prodotti tessili e dell’abbigliamento che forniscano informazioni sul rispetto dei diritti fondamentali del lavoro e sul rispetto dell’ambiente, e Confartigianato chiede inoltre l’introduzione di una etichettatura che consenta ai consumatori di conoscere l’origine dei prodotti.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 06 febbraio 2008 - 1656 letture

In questo articolo si parla di lavoro, confartigianato, senigallia





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