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Ostra: ecco il programma del centro culturale Romagnoli

5' di lettura 30/11/-0001 -
Il Centro Culturale "Simona Romagnoli" di Ostra ha presentato il programma dei prossimi incontri, fra canzoni napoletane e gratuità.

dal Centro Culturale “Simona Romagnoli“


1.“ Rosa, preta, stella “. Canzoni napoletane per AVSI 2.“ Natale, l’inizio della gratuità” 3.“ il Frizzantino”. 2° semestre 2007

1.Il Centro Culturale, a sostegno delle “Tende” di AVSI, quest’anno propone uno spettacolo di canzoni napoletane “Rosa, preta, stella” con il gruppo Napolincanto. Lo spettacolo si terrà domenica 30 dicembre alle ore 21 al Teatro Portone di Senigallia (ingresso € 10). Il ricavato andrà a favore dei progetti AVSI 2007/2008. Info e prevendita: Cercaci Marco 347.3415714 Conigli Francesco 333.1804575 L’osservazione più ricorrente sugli spettacoli di Napolincanto è la sorpresa di una “novità” rispetto ad un repertorio abusato da più di mezzo secolo da tanti artisti: dalle villanelle del 1500 alle canzoni di Sergio Bruni di venti anni fa. Gli arrangiamenti essenziali ed un dialogo continuo e sempre nuovo tra i musicisti sostengono un punto di “vista” mai focalizzato da pur eccellenti interpreti e commentatori della storia della canzone napoletana. Svaniscono il lamento e l’oleografia, affiorano una poesia alla ricerca del vero ed una storia senza abbellimenti o ideologismi. Abbracciando le diverse epoche e stili, lo spettacolo mette a tema, attraverso alcune canzoni, il desiderio che la "bellezza, dura e inarrivabile" si manifesti, la malinconia come avvertimento della vicinanza dell'Infinito, l'amore pieno di dolore ed il dolore pieno d'amore, l'attesa piena di speranza di un bene che non cambia strada. A dare energia e gioia esploderanno, come nello stile di Napolincanto, le tarantelle, il cabaret ed il coinvolgimento del pubblico. Per informazioni: www.avsi.org - retesostenitori@avsi.org e coniglif@interfree.it (per la provincia di Ancona)

2. Natale, l’inizio della gratuità “Stanco e disfatto è il mondo”, scriveva G.K. Chesterton nel suo A Christmas Carol datato 1900, “e astiosi astuti tutti i re”. E’ passato più di un secolo, ma non è cambiato molto. Il mondo continua ad essere smarrito, come allora. E il potere gioca ancora con il bisogno degli uomini. Basta guardarsi attorno, per accorgersene. Fissare attoniti la guerriglia che incendia un Paese per colpa di una pallottola impazzita, sparata su un’autostrada una domenica mattina. O il buio di un delitto come quello di Perugia, nato dal nulla che si respira in troppe vite e subito trasformato nel solito canovaccio talk show. Ma basta guardare a se stessi per sorprendersi mille volte al giorno stanchi e disfatti come tutti, e in balia dei pensieri che pensano tutti. Basta guardare, appunto. Ma cosa succede se quello sguardo non si ferma in superficie? Che cosa può accadere se va oltre, se accetta fino in fondo la sfida della realtà? Perché bisogna essere ciechi e sordi per non vedere cosa scorre sul fondo del caos che ci circonda. Ciechi, per non accorgersi che “tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto”, come diceva San Paolo ai Romani. E sordi per non sentire la domanda che sta sotto, un grido che nessuna confusione riesce a soffocare. Ma io cosa cerco? Di cosa ho bisogno davvero? Chi può sostenere la mia speranza? E chi può rispondere a questa mia sete di felicità senza fine? Che tenerezza ha il Mistero per noi. Che compassione. E che fiducia, perché devi avere proprio una stima totale dell’uomo, per affidargli tuo Figlio. Devi scommettere tutto sulla sua libertà.

Eppure Dio irrompe nella storia proprio così: affidandosi alla tua – mia libertà. Scendendo alla radice del tuo bisogno. Accompagnandoti fin lì, a scoprire l’origine e la profondità. Richiamandoti a non soffocarlo, a condurlo fino in fondo. Fino a riconoscere che è bisogno di un Altro. Perché, aggiungeva Chesterton, “stanco è del mondo, ma il mondo/ è questo desiderio”. Il Mistero lo sa. Conosce bene il tuo cuore, perché è Suo. Sa cosa cerchi. E risponde. In una maniera inimmaginabile: facendosi compagno di strada. Un uomo come noi. Un bambino. E poi, una compagnia di uomini come noi. La Chiesa. A noi sembra pochissimo, tanto che continuiamo a cercare come se ci mancasse ancora qualcosa. E invece è tutto. Perché quella compagnia “ci fa capire qual è la natura del nostro io – rapporto diretto col Mistero – e qual è il significato di tutto il reale”. E’ questa la speranza che ci salva, come dice la nuova enciclica di Benedetto XVI. E’ un regalo che il Santo Padre fa al cuore di tutti perché ogni cuore sia aiutato a riconoscere Colui che risponde al bisogno. Sembra pochissimo, come un bambino in una mangiatoia. Invece è l’inizio di tutto.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 19 dicembre 2007 - 3163 letture

In questo articolo si parla di cultura, ostra





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