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Arrigo Sacchi al Panathlon: ''Ricordo quando giocavo contro la Vigor''

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Al convegno “La vittoria e la sconfitta nello sport di oggi” organizzato dal Panathlon Club, Arrigo Sacchi ha ricordato come in gioventù, da allenatore del Bellaria Igea, spesso approdava sulla spiaggia di velluto per affrontare la Vigor Senigallia. Ma ora tutto è cambiato e l’ex ct della nazionale durante il convegno ha sparato a zero sul calcio moderno.

di Riccardo Silvi
riccardo.silvi@viveresenigallia.it
foto di Luca Borella


L’ex commissario tecnico della Nazionale di calcio è stato ospite venerdì sera del Panathlon Club di Senigallia assieme a Alberto Mambelli, vice presidente vicario della Lega Nazionale Dilettanti. L’incontro si è svolto al ristorante “La Corte” e il tema era “La vittoria e la sconfitta nello sport di oggi”.

Ad aprire il dibattito c’ha pensato Alberto Mambelli, il vice presidente vicario della Lega Nazionale Dilettanti. “Non è mia intenzione questa sera rubare la scena al nostro ospite d’onore –ha sottolineato Mambelli-. Tutti sappiamo che cosa ha fatto Arrigo Sacchi, ha portato qualcosa di nuovo nel mondo del calcio. Nella sua carriera ha vinto molto e ancora oggi è un esempio per molti.”

Il microfono è passato poi all’ex allenatore di Milan e Parma. “Sono molto legato a questi ambienti marchigiani –ha spiegato Arringo Sacchi-. Mi ricordo quando a Senigallia venivo a giocare come allenatore del Bellaria Igea. La situazione attuale del calcio moderno in Italia è critica, nonostante le vittorie stiamo perdendo credibilità e soprattutto sono scomparsi i valori. La cultura della sconfitta non fa più parte di questo sport, tutti vogliono vincere. Ancora oggi quando mi chiedono come mai ai mondiali del 1994 abbiamo perso contro il Brasile in finale, la mia risposta è semplice: perché loro erano più bravi.”

I tanti ricordi e i tanti premi vinti dall’allenatore emiliano sembrano al momento un lontano ricordo. “Oggi il calcio italiano è fatto di criminalità, di denaro, di capi ultrà che ricattano le società e di ipocriti. Se avessi vinto il mondiale sono sicuro che in molti sarebbero saliti sul carro dei vincitori, e invece delle tante persone che mi erano intorno ne avrò riviste due o tre. La vera cosa che manca nel calcio italiano è la cultura sportiva.”

Tante anche le domande fatte ad Arrigo dagli invitati alla cena-convegno. Il primo quesito lo ha posto proprio Paolo Pizzi, presidente del Panathlon Senigallia. “Come si può gestire una sconfitta senza sentirsi perdenti ed una vittoria senza sentirsi vincitori.” “E’ difficile –ha risposto Sacchi-. Il calcio vive una situazione complicata. All’interno c’è tanta malavita e gli stadi sono dei carceri a cielo aperto. L’unica soluzione è alzare il livello di cultura sportiva nel mondo del calcio.”

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Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 03 dicembre 2007 - 2586 letture

In questo articolo si parla di panathlon club, riccardo silvi





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