x

SEI IN > VIVERE SENIGALLIA >


Volpini: Senigallia non è una città antisemita

2' di lettura
2590
EV

L'individuazione del presunto responsabile dell'aggressione avvenuta in piazza del Duca pone ora piena fiducia nel prosieguo del lavoro che compete alla magistratura”.

di Giulia Mancinelli
penelope@viveresenigallia.it
L'assessore allo sport e ai servizi alla persona Fabrizio Volpini tranquillizza gli animi dopo l'annuncio dell'iscrizione nel registro degli indagati del senigalliese B.R. con l'accusa di partecipazione ad un gruppo filonazista avente come scopo la discriminazione e l'odio etnico, nazionale e razziale, con l'aggiunta anche della denuncia per lesioni personali. Il 38 senigalliese infatti era tra i sette ragazzi le cui abitazioni furono perquisite dalla Digos il 23 ottobre scorso a seguito dell'aggressione compiuta il 5 ottobre in piazza del Duca ai danni dell'esponente del Mezza Canaja Nicola Mancini. Ma non solo. B.R. è anche stato identificato come l'aggressore che colpì con una bottiglia alle spalle Mancini.

Quelli che si sono verificati in città sono episodi incresciosi ma ritengo isolati - afferma Volpini - come precisato dalla Polizia (che ha parlato di B.R. come un cane sciolto ndr) non ci sono gruppo naziskin organizzati. È chiaro che ognuno deve fare la sua parte, le istituzioni, le forze dell'ordine e la città tutta per respingere con forza ogni manifestazioni di odio razziale e di atteggiamenti che si ispirano al nazifascismo. Dopo l'episodio di piazza del Duca c'è stata un generale mobilitazione di tutta la città e questo è estremamente positivo”.

Dopo la svolta nelle indagini compiuta dalla Digos e della questura di Senigallia, la fiducia è riposta ora nella magistratura.
Le forze dell'ordine hanno compiuto il loro dovere ed ora non resta che confidare nel lavoro della magistratura affinché accerti e punisca le responsabilità - aggiunge Volpini - mi preme sottolineare che il fenomeno non è da sottovalutare ma è comunque modesto. Per questo serve mantenere alta la vigilanza, da parte di tutti in una logica comunque nella quale ogni atto di violenza, come quello ai danni di Mancini, e manifestazioni riconducibili ad atti nazifascisti, come il materiali rinvenuto dalla Polizia nelle abitazioni di alcuni ragazzi perquisiti, sono da condannare nel modo più assoluto”.