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Dipinto sparito in Cattedrale: forse un furto su commissione

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I Carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale della provincia di Ancona sembrano non avere dubbi: i ladri del quadro raffigurante Sant'Antonio da Padova dalla Cattedrale di Senigallia sapevano come piazzare il bottino.

di Giulia Mancinelli
penelope@viveresenigallia.it
Il furto messo in atto giovedi scorso all'interno della chiesa parrocchiale del Duomo, in piazza Garibaldi, è stato probabilmente messo in atto da persone che sapevano cosa fare di una tela “ricercata”. Non è da escludere, infatti, la possibilità che il furto possa essere stato compiuto su commissione. Nelle mani dei ladri una tela dell'800 di scuola marchigiana raffigurante Sant'Antonio da Padova, un dipinto che da sempre si trovava esposto sopra l'altare della prima navata della cattedrale. Anche se non di fattezza pregiata, il quadro ha comunque un suo valore artistico stimato in qualche migliaio di euro.

Cinque mila euro al massimo. Un valore che ovviamente oscilla a seconda di chi sarà l'acquirente che entrerà in possesso del dipinto. Nel caso infatti di opere rubate, se il potenziale nuovo proprietario è a conoscenza delle provenienza illecita, il quadro viene inevitabilmente venduto ad un prezzo più basso. La cifra può salire invece nel caso in cui l'acquirente non sia a conoscenza di entrare in possesso di un'opera rubata. Prezzi a parte, appare evidente agli inquirenti che il ladro nell'entrare in cattedrale giovedi scorso, abbia puntato diritto al dipinto di Sant'Antonio da Padova, disinteressandosi completamente di altri oggetti di arredo sacro che avrebbe potuto invece rubare.

I malviventi, con abilità e in pochi minuti durante i quali nessun fedele è entrato in chiesa, è riuscito a sfilare via la tela dal quadro abbandonando a terra invece la cornice. Il dipinto a questo punto, delle dimensioni di 60x75 centimetri, per poter essere nuovamente riutilizzato dovrà essere riposizionato su una nuova tela o anche intelato su una base di compensato. Insomma deduzioni che avvalorano sempre di più l'ipotesi più accreditata del furto su commissione o comunque destinato al mercato nero. Proprio il fatto che il dipinto di Sant'Antonio da Padova non sia “conosciuto” ma comunque degno di rilievo, potrebbe rendere ancora più facile piazzare la refurtiva sul mercato nero. A denunciare il furto, all'indomani dell'episodio, è stato proprio il parroco della Cattedrale don Paolo Gasperini che aprendo la chiesa ha scoperto il misfatto.