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Castel Colonna: il futuro della discarica preoccupa Rifondazione Comunista

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Recenti notizie di stampa riportano gli orientamenti del Consorzio Conero Ambiente nei quali si ipotizza la possibilità di rinunciare alla costruzione di una discarica nell’ambito 1, puntando invece sull’ampliamento dell’impianto di Castel Colonna.

da Renzo Amagliani
Capogruppo PRC - Consiglio Provinciale di Ancona


Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, che ha sempre sostenuto favorevolmente il Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti e quindi la definitiva chiusura dell’impianto, non può non esprimere la propria preoccupazione rispetto a una simile ipotesi , in palese contraddizione con il Piano stesso. E’ per questo che è stata presentata in Provincia, un’interrogazione nella quale vengono denunciate una serie di incongruenze.

Nell’area anconetana, di competenza del consorzio Conero Ambiente, non solo non è stato ancora individuato il sito per la realizzazione dell’impianto di selezione e trattamento dei rifiuti, ma non è stato neppure avviato alcun progetto concreto di attuazione della raccolta differenziata tale da far ipotizzare entro il 2008 diminuzioni consistenti dei rifiuti prodotti nel bacino 1. Di questo passo l’impianto di Castel Colonna, già oggi utilizzato da gran parte dei comuni dell’ambito 1, arriverà, con molta probabilità, a totale saturazione nel corso della prossima estate. Inoltre, il Comune di Castel Colonna nel 2006 ha inviato la richiesta all’Amministrazione Provinciale perché la discarica possa essere considerata strategica; risulterebbe altresì che nel corso dei mesi di giugno e luglio 2007 siano stati effettuati sondaggi in aree limitrofe all’ampliamento di smaltimento (forse propedeutici a progetti di ampliamento?).

L’interrogazione ha trovato anche spunto dal fatto, ritenuto particolarmente grave, che la società Castel Colonna Ambiente S.r.l. abbia recentemente inviato, a circa 15 famiglie che abitano nei pressi dell’impianto, un assegno di 5.000,00 euro con la motivazione, di monetizzare il disagio creato. Ci preoccupa, oltre l’evidente maldestro tentativo di trasformare in denaro la mancata sostenibilità ambientale dell’impianto, anche l’ipotesi che tale rimborso, sia, nell’intenzione del gestore, anche finalizzato ad impedire possibili proteste al momento dell’eventuale ampliamento della discarica. Perché infatti, invece di remunerare singolarmente i soggetti coinvolti non sono stati adottati accorgimenti progettuali, forme e modalità gestionali idonee a garantire effettivi e concreti interventi di mitigazione?
Rifondazione Comunista auspica che dalla Provincia siano confermati precisi indirizzi sulla prossima e definitiva chiusura della discarica di Castel Colonna.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 24 novembre 2007 - 2435 letture

In questo articolo si parla di rifondazione comunista, rifiuti, discarica, castel colonna





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