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ramarri & c.: Solo erbacce?

1' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Pascoli, prati e campi non più lavorati divengono “terreni incolti”, generalmente habitat piuttosto aridi, poveri di alberi.

di Francesca Morici
francesca@viveresenigallia.it


Terreni incolti possono svilupparsi ai margini dei campi coltivati oppure lungo gli argini dei fiumi, lungo le strade ed anche lungo le ferrovie.
Con il passare del tempo su questi terreni abbandonati si sviluppano cespuglieti.
Queste aree ospitano una ricchissima varietà di insetti tra cui cavalette e grilli come il Grillo campestre, che si rifugia in tane scavate nel terreno.
Farfalle e bombi volano tra le numerose specie che compongono la flora che colonizza le aree incolte, zone frequentate anche da rettili come il verde e veloce Ramarro ed il Biacco, un lungo serpente non velenoso che si nutre di piccoli mammiferi ed uccelli.
Questo è l'habitat di piccoli e vivaci uccelli come il Saltimpalo ed il raro Stiaccino e, dove crescono arbusti e cespuglieti, la Sterpazzola, l’Occhiocotto e le averle, passeriformi dal becco ad uncino.
La Poiana, il Gheppio ed i cacciatori notturni come la Civetta, il Barbagianni ed il Gufo comune volano sopra campi ed aree aperte alla ricerca di cibo: piccoli roditori ed insettivori, ortotteri e coleotteri.
Anche l’Upupa cerca insetti ai margini di prati e campi. Il colorato Gruccione nidifica in gallerie scavate in pareti e scarpate e vola sopra i prati alla ricerca di api e vespe.
I terreni incolti sono delle vere e proprie riserve biologiche ai margini dei campi e delle città, aree ritenute inutili e trasformate spesso in discariche abusive.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 novembre 2007 - 8337 letture

In questo articolo si parla di animali, francesca morici

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