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Tragedia a Sharm: il racconto di Gerini sopravvissuto insieme al nipote
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Migliorano rapidamente le condizioni di Massimo Gerini, l'immobiliarista senigalliese, scampato all'incidente stradale di Sharm El Sheikh del 1° novembre dove hanno perso la vita la moglie Francesca Longarini, 41 anni, il cognato Francesco Longarini, 36 anni, la cognata Eleonora Marini, 34 anni, il nipotino Giovanni di 7 anni e i suoceri Luigi Longarini, 72 anni, e Mariella Mori. Sopravvissuto alla tragedia anche il piccolo Leonardo Longarini, di 10 anni, nipote di Massimo e figlio di Francesco e Eleonora. |
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di Giulia Mancinelli
penelope@viveresenigallia.it
Il piccolo Leonardo è stato dimesso ieri pomeriggio dall'ospedale Salesi di Ancona dove è stato ricoverato per la frattura della gamba ed è tornato a casa. Non quella però dove abitava con i genitori e il fratellino ma in quella dei nonni materni, sempre a Scapezzano, che ora si prenderanno cura di lui e cui è stata temporaneamente affidata la patria potestà.penelope@viveresenigallia.it
Massimo Gerini invece è ancora in ospedale, nel reparto di Ortopedia, assistito dalla figlia Elena. Ha una tempra forte e i medici assicurano che riuscirà a tornare in piedi entro un mese. Oltre alla tempra Massimo ha anche lo spirito forte e controllato. Nonostante la tragedia che lo ha colpito ha accettato di incontrarci e di raccontare la sua testimonianza del dramma consumatosi in Egitto.
“Io e Francesca eravamo stati a Sharm a Pasqua e abbiamo deciso di tornarci per la settimana dei Santi perchè lei voleva tanto fare un'escursione a Petra, in Giordania, che non eravamo riusciti a fare poi i miei cognati c'erano stati 12 anni fa in viaggio di nozze, i miei suoceri non avevano mai volato e Giovanni avrebbe compiuto 8 anni il 3 novembre -racconta Gerini- abbiamo chiesto al nostro amico Paolo della Vitur di organizzare il viaggio di gruppo e così è stato. Siamo partiti con un charter da Rimini con un gruppo di quaranta persone. I giorni trascorrevano benissimo, per il venerdi (giorno dopo la tragedia ndr) avevamo programmato la motorata nel deserto, che era il sogno di Giovanni e Leonardo e sabato la gita a Petra. Giovedì 1° invece siamo andati a Dahab, a vedere la barriera corallina e il mercatino Hippie. Viaggiavamo a bordo di 4 jeep. Noi eravamo avanti. Alla guida c'era un ragazzo egiziano e al suo fianco Eleonora che voleva fare le riprese. Dietro all'autista c'eravamo, in ordine, Leonardo, mio suocero, io e Francesca. Dall'altra parte invece, dietro a Eleonora erano seduti Giovanni, mia suocera e Francesco. Per tornare in albergo, al Tamra Beach di Sharm, dovevamo percorrere circa 95 chilometri. L'incidente è avvenuto intorno alle sei ma io ricordo solo che stavo giovando con Giovanni, non mi sono accorto di nulla e mi sono risvegliato in ospedale”.
All'ospedale di Sharm sono subito accorsi il console egiziano e il titolare della Vitur Paolo Gasparini. “Anche se nessuno mi diceva le condizioni dei miei familiari ho capito tutto -prosegue Gerini- nel corridoio ho incontrato Leonardo e ci siamo anche parlati ma degli altri niente. Poi ho intravisto il verbale della polizia con la scritta “All died” ed ho capito. L'ulteriore conferma è arrivata in aereo, dove c'eravamo solo io e Leonardo. E' stata mia madre, all'ospedale di Senigallia, a confermare quello che già avevo capito”. Il 2 novembre con un i due feriti sono rientrati a casa. Una voce pacata, rotta dalla commozione solo quando Massimo ricorda come l'equipe medica senigalliese praticandogli il drenaggio toracico gli ha salvato ancora una volta la vita.
“Ringrazio con tutto il cuore per quello che hanno fatto i medici Diego Cingolani, Mauro Bavosi, Massimo Cappella, il primario Salvatore Ceccarelli, la caposala Donatella Chiostergi, e tutti quelli che ancora mi aiutano -ci tiene a dire Gerini-ringrazio anche l'assessore Fabrizio Volpini e il sindaco Luana Angeloni che si è attivata per tutte le procedure burocratiche. Ci rimetteremo in piedi, supereremo anche questa e piano piano andremo avanti”.

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