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Mancini: sulla razionalizzazione dell'Amministrazione la maggioranza fugge

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Nella tarda serata di mercoledì 7 novembre, si è vissuta una delle pagine più avvilenti della recente storia del nostro Consiglio Comunale.

da Roberto Mancini
capogruppo Prc


Mentre stavo illustrando i contenuti della mozione che ho presentato sulla razionalizzazione degli assetti politici e amministrativi, ovvero sulla riduzione dei costi della politica (consigli di amministrazione degli enti partecipati dal Comune, Giunta, dirigenti comunali), i colleghi di maggioranza, uno alla volta, se ne sono andati, tranne un paio, non ascoltando e, soprattutto, dimostrando di non essere disponibili a confrontarsi su questi temi.

Per dovere di cronaca, affermo che quanto ho proposto non si discosta, anzi ribadisce, quella impostazione di contenimento dell’invadenza della politica che oggi è sostenuta certamente da tutto il centro sinistra, tanto da essere alla base di molti articoli della stessa Legge Finanziaria che propongono tagli specifici, talvolta eccessivi (ad esempio, i Consigli di Circoscrizione, che a mio avviso dovrebbero essere potenziati e non cancellati).

Né dobbiamo tralasciare il fatto (a prima vista inspiegabile) che le Linee di indirizzo per il bilancio 2008 del nostro Comune, in discussione in questi giorni, esprimono pure esse il richiamo a provvedimenti di maggiore austerità in fatto di spese collegate alla politica. Ma allora, perché la fuga dai banchi della (mia) maggioranza e l’ennesimo rifiuto a discutere le proposte di Rifondazione? Una sola, a mio avviso, può essere la risposta.

Quanto oggi si propone, a livello nazionale e locale, in tema di snellimento di giunte e consigli di amministrazione entrerebbe in vigore dal prossimo mandato amministrativo; in sostanza, noi decidiamo per gli altri che ci succederanno, lasciando nel frattempo le cose come sono. Quando gli effetti delle decisioni si rinviano così tanto e non ricadono su coloro che le hanno assunte, in realtà, si decide di non decidere, col rischio evidente di scivolare nella propaganda.

La mia mozione, invece, chiedeva di rendere operativi già dal presente mandato questi impegni nei confronti delle società partecipate dal Comune (circa una ventina), della Giunta, dell’apparato comunale. Ma di fronte a questa prospettiva c’è stata la fuga, un triste “si salvi chi può”, invece del confronto in aula che, anche qualora non avesse dato luogo a soluzioni efficaci e condivise, resta un elemento irrinunciabile di una corretta prassi istituzionale.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 novembre 2007 - 2832 letture

In questo articolo si parla di rifondazione comunista





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