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Area Sacelit: una grande piazza sul mare

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Dopo la cessione della ex Sacelit-Italcementi all'imprenditore anconetano Lanari, ritorna in auge il futuro del polo turistico e residenziale senigalliese. E l'ex assessore all'urbanistica Lanfranco Bertolini rilancia il progetto di una piazza sul mare...

da Lanfranco Bertolini
ex assessore all'urbanistica


La Piazza sul mare è una prospettiva reale e possibile, richiede solo convincimenti e atti di coraggio. Per far nascere una nuova grande Piazza sul mare, è necessario un disegno del Piano Area Sacelit- Italcementi che dia forma in spazi arretrati ad architetture di qualità che la definiscano, occorre che la piazza per dimensioni e geometrie dia respiro alla costipata area portuale e che apra inquadrature ed orizzonti verso il mare e il centro storico. Non un’opera di urbanizzazione governata dal puro calcolo di indici e dalle logiche che dominano il mercato edilizio, realizzata con materiali al risparmio, ma un’opera che segua i canoni dell’arte di costruire la città.

Una Piazza che viaggi tra passato e memoria, che dimostri come la cultura di questo nostro tempo possa essere di nuovo volta al futuro. che sia degna di affiancarsi alle altre grandi piazze senigalliesi, rendendo giustizia al dovere civico di ben costruire a lungo trascurato dalla modernità, una Piazza che abbia per contenuto un autentico sistema di relazioni umane e dia serenità e senso di armonia e bellezza alle persone. E’ una grande occasione di interrogarsi sull’ urbano, in una realtà ormai consapevole che la realizzazione acritica ed indiscriminata di edifici, la destinazione di strade e frammenti di spazi pubblici a ridotti bagagliai di automobili e motocicli può essere solo motivo di infelicità. Per questo un corretto intervento di recupero dovrebbe saper ben distinguere i sistemi dei parcheggi e viabilità di scorrimento dal sistema piazza e della mobilità lenta.

Troppe piazze nelle nostre città sono diventati parcheggi, rotatorie, aree di fuoriuscita da sottopassi ferroviari, troppe piazze hanno perso visibilità e classicità, cioè la capacità di coniugare quelle funzioni di comodità, bellezza ed armonia che l’Alberti nel ’400, il Palladio nel ’500, il Sitte nell’800 seppero proporre e realizzare. A cosa l’Amministrazione e la cultura di una Città (che negli ultimi anni hanno provato a correggere un’espansione edilizia eccessiva, spesso occasionale e disordinata) possono aspirare di più bello della possibilità di creare l’opera, l’opera pubblica per eccellenza, nell’ultima area da ristrutturare in una posizione così significante e strategica, a ridosso del mare e del centro-storico? L’integrazione nel progetto d’intervento tra le ex aree industriali e quella del Cantiere e i moli possono aprire percorsi pedonali e risolvere il problema di quel difficile incrocio urbano che è tra un lungomare e l’altro, tra litorale e centro storico, avvicinandoli . Si tratta solo di rendere veramente centrale il piano delle mobilità e la nuova Piazza: oggi, sembrano scemate le garanzie che erano affidate a prestigiosi architetti internazionali, ma confronti, dialettiche positive e la difficile ricerca di condivisioni possono solo far bene. E’ prassi che costruttori e lottizzatori calzino freno e acceleratore per ottenere il massimo profitto, che posticipino e mettano in ombra natura e caratteri delle opere di urbanizzazione, ma un intervento di così rilevante importanza deve puntare su obiettivi irrinunciabili e non essere in balìa della casualità di alcune scelte imprenditoriali. Non è di buon auspicio il silenzio partecipativo, dopo il gridare degli anni passati.

Anche se non si potrà contare solo sugli oneri di urbanizzazione, se per avere la grande Piazza del Mare con preziosi caratteri di arte urbana saranno necessari investimenti aggiuntivi e magari tempi lunghi, è tempo di assumere scelte coraggiose e volontà,di manifestare condivisione ed orgoglio civico. Quella solitaria ciminiera restata in piedi dopo la demolizione, decontestualizzata, apparirà un non senso, un documento smarrito della storia industriale della città oppure può divenire l’anima di un Monumento al Lavoro che in questa sperata Piazza testimoni il rispetto e l’amore per quanti hanno lavorato in terra e in mare, per far crescere Senigallia, spesso pagati con malattie e morte. Anche di monumenti degni se ne elevano sempre meno in questo tempo: un concorso di idee e una chiamata di grandi artisti potrebbero pacificare la Città con la sua coscienza e la sua storia in questo primo decennio del 2000.

Area Sacelit-Italcementi: dopo “la notizia”del passaggio di proprietà dell’area, tutti parlano di progetto di qualità, tutti chiedono tempi veloci. Bene! I tempi veloci hanno bisogno di reali ed ampie convergenze tra Amministrazione Comunale e la proprietà in termini di norme e organizzazione urbanistica del comparto; la qualità è la condizione unica per consensi non conflittuali, per rendere la parte pubblica forte e capace di scelte ferme e tempestive. Continua...





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 08 novembre 2007 - 3166 letture

In questo articolo si parla di sacelit, lanfranco bertolini





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