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Mezza Canaja: è pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Venerdì 21 settembre il Tribunale di Macerata ha condannato - in primo grado con pene che vanno dai quattro mesi ad un anno e quattro mesi - cinque nostri compagni (uno dei quali del Mezza Canaja) che nel marzo del 2004, insieme a tanti altri militanti dei centri sociali marchigiani e a tanti cittadini, hanno opposto resistenza alla costruzione di un Centro di Permanenza Temporanea (CPT) nella nostra regione.

dal Csa Mezza Canaja


Quel 3 marzo centinaia di persone entrarono nella sala del Consiglio Comunale di Corridonia per manifestare la propria contrarietà alla costruzione di tale abominio giuridico. Aldilà della scontata ma non meno importante solidarietà ai condannati – la loro condanna è anche la nostra – vorremmo portare all’attenzione di tutti le situazioni poco trasparenti e le contraddizioni che hanno caratterizzato l’esito del processo.

Anzitutto la decisione è stata frutto di un giudizio politico, perché sin dall’inizio il giudice ha mostrato la chiara volontà di condannare i cinque imputati. Chi ha assistito alle numerose sedute del processo ha potuto constatare come il giudice si comportasse come un secondo pubblico ministero, passando spesso dalla parte di chi un giudizio lo deve formulare a quella di chi lo ha già formulato e va in cerca di conferme. Ora, che cosa ci legittima a dire questo con un senso di oggettività? I cinque sono stati condannati, tra l’altro, a risarcire 5000 euro di danni morali al Comune di Corridonia. Occorre però ricordare che cosa è avvenuto in quei giorni. Nessuno dei consiglieri comunali, né nella maggioranza, né nell’opposizione sapeva che durante la fatidica riunione del consiglio comunale si sarebbe discusso e in seguito espropriati dei terreni per costruire il CPT; né lo avrebbero saputo, perché l’esproprio era stato concordato di nascosto tra il sindaco e la ditta appaltatrice. La protesta ha fatto emergere la questione, e così i consiglieri comunali all’unanimità hanno deciso di votare contro la realizzazione del progetto.

Per ricapitolare, ecco come lo Stato ha ripagato una protesta che, tra l’altro, ha fatto emergere un giro illecito di denaro: attraverso una multa di 5000 euro per danni morali per la “rovina dell’immagine del Comune di Corridonia”, e anni di galera elargiti con molta leggerezza, senza che per altro sia mai emersa – neanche nella requisitoria finale del PM - una prova evidente che inchiodi inequivocabilmente gli imputati ai reati a loro contestati. Infine, strana coincidenza, la mattina del processo una chiamata anonima denuncia la presenza di una bomba in tribunale. Naturalmente la bomba non c’era, ma fatti di questo genere hanno molte affinità con vecchie strategie della tensione di moda qualche decennio fa in Italia. Così, oltre a creare un clima di maggiore astio fra le parti in causa, si è data la possibilità alla stampa di far articoli sensazionalisti, alludendo a facili associazioni di idee nelle menti dei lettori.

Insomma, è sempre pericoloso avere ragione quando lo Stato ha torto! Di fronte alla dimostrazione della loro colpevolezza, le istituzioni italiane hanno reagito ancora una volta con il vecchio vizio di farla pagare cara a chi le ha messe sul tavolo degli imputati, dimostrando una cronica inettitudine all’autocritica e all’accettazione delle proprie colpe. Ma questa accusa, anziché intimorirci, conferma le nostre idee e alimenta la convinzione della giustezza delle nostre lotte. Solidarietà ai compagni condannati, che quotidianamente insieme a tanti altri resistono all’istallazione di questi lager per migranti!

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 27 settembre 2007 - 3577 letture

In questo articolo si parla di mezza canaja

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