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giovani & dintorni: Elogio della “zanzara”

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Chiedo scusa ai lettori per la lunghezza dell’articolo, ma questa vicenda, apparentemente marginale, credo che sia tra le più significative della storia sociale recente e tra le più efficaci per comprendere il ruolo dei giovani nella società.

di Massimo Bellucci
Esperto di politiche giovanili
bellof3@tiscali.it


La zanzara, noto fastidioso insetto, ha il potere di punzecchiare, di importunare senza quasi farsi vedere, senti che ronza ma non la acchiappi, ha la capacità di tenere svegli e di far arrabbiare.
Probabilmente hanno pensato a queste cose gli studenti del liceo Parini di Milano quando nel 1945 hanno deciso di chiamare proprio così il loro giornalino.

Oggi i ragazzi hanno molte possibilità di comunicare e di condividere esperienze e passioni, attraverso i vari strumenti che la diffusione di internet ha reso fruibili, uno dei preferiti è il blog.
Nei decenni passati ovviamente non era così, ecco perché fino ad una certa epoca hanno avuto un grande successo i giornalini scolastici, piccole riviste dove i ragazzi di una scuola parlano dei loro problemi e delle questioni che più stanno a cuore. Negli anni Sessanta questi giornalini sono molto diffusi, molto letti e oggetto di interesse e di attenzione da parte delle istituzioni scolastiche, che non risparmiano critiche e censure. Le censure sono talmente pesanti che talvolta alcuni giornalini sono stati costretti a chiudere.

Nel numero del febbraio 1966, sul giornalino “La Zanzara” del liceo Parini, esce una inchiesta condotta da tre liceali, Marco de Poli, Claudia Beltrami Ceppi e Marco Sassano, intitolata: “Cosa pensano le ragazze oggi?
Nell’articolo vengono riportate numerose ed eterogenee affermazioni delle ragazze intervistate, alcune si attestano su posizioni tradizionaliste in merito sulla concezione del matrimonio e della famiglia, altre invece esprimono opinioni diverse, meno convenzionali, complessivamente non vi sono intenti polemici, inoltre la contestazione non è ancora scoppiata.

Per questa inchiesta i tre ragazzi autori dell’articolo, insieme al preside, il prof. Daniele Mattalia, vengono incriminati dalla Procura della Repubblica di Milano per offesa al comune senso del pudore e violazione delle norme sulle pubblicazioni. Quest’ultimo capo d’accusa fa riferimento all’autorizzazione del tribunale che è necessaria per qualsiasi pubblicazione, ma nella fattispecie si tratta di una forzatura poiché questo tipo di giornalino scolastico ha solitamente una circolazione interna all’istituto, quindi non si tratta di una pubblicazione vera e propria. La questione più spinosa è ovviamente la prima, il comune senso del pudore che sarebbe stato offeso dalle affermazioni contenute nell’articolo, che è possibile leggere integralmente sul sito del liceo Parini: www.liceoparini.it/pariniweb/giornalini/zanzara.htm.

Studenti e preside devono affrontare un processo per direttissima.
L’attenzione della magistratura si concentra su alcune frasi tra le quali: “…Entrambi i sessi hanno ugualmente diritto ai rapporti prematrimoniali”; “…La purezza spirituale non coincide con l’integrità fisica”; “…Quando esiste l’amore non possono e non devono esistere freni di tipo religioso”; “…Non vogliamo più il controllo dello stato e della società sui problemi del singolo e vogliamo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, a patto che non leda la libertà altrui.”

Le cronache del processo occupano le prime pagine dei giornali e la vicenda diventa un caso nazionale. Diventano palesi le frizioni che il processo di modernizzazione culturale determina nell’opinione pubblica italiana. Non si tratta semplicemente di un contrasto tra giovani progressisti e adulti conservatori, ma tra diverse componenti della società e della cultura italiana.
Il preside, durante il processo che viene celebrato per direttissima, difende i ragazzi e dice: “Certamente non vorrei che certe frasi fossero espresse in modo così crudo, ma le finestre della scuola sono aperte al mondo”, non si tratta affatto di una affermazione scontata poiché è pronunciata durante un processo che lo vede egli stesso tra gli imputati. Altri studenti della stessa scuola, che fanno riferimento all’associazionismo cattolico, prima del processo prendono posizione contro la rivista, innescano la polemica, successivamente se ne comincia a parlare in città, probabilmente è per questo che il giornalino è uscito dall’ambito scolastico ed è finito sul tavolo del Procuratore della Repubblica.

Un cambiamento culturale di vasta portata come quello che investe l’Italia degli anni Sessanta implica difficoltà e le contraddizioni che, in questo caso, sono precipitate nelle pagine di un giornalino scolastico del Liceo Parini, il liceo prediletto dalla borghesia milanese.

La linea accusatoria del Pubblico Ministero è durissima, sono state disposte anche ispezioni corporali per i tre ragazzi, ispezioni che la ragazza, Claudia Beltrami Ceppi, rifiuta, reputandole irrispettose della sua personalità: un atto decisamente coraggioso viste le pressioni che possono essere messe in campo in un procedimento giudiziario. Uno degli autori afferma di non condividere le affermazioni più libertarie contenute nell’articolo, ma difende il diritto di ciascuno di esprimere le proprie opinioni, di pubblicarle e di dibatterle.
Marco de Poli, il curatore della rivista, parla a nome della sua generazione, parla a nome dei giovani, dice che lo scopo non è sostenere una tesi invece che un’altra, ma offrire una possibilità di dibattito pubblico su temi che interessano la vita dei ragazzi.

Il processo, che ha avuto molta eco, si conclude con l’assoluzione dei ragazzi e del preside.
Tutta la vicenda è un indizio dei cambiamenti culturali in atto, di un diverso modo di interpretare l’amicizia, i legami sentimentali, la famiglia. Il capo redattore della rivista, Marco de Poli, successivamente si distingue per il profitto scolastico, ricevendo addirittura un premio, insieme ad altri studenti meritevoli, dall’allora Presidente del Consiglio On. Aldo Moro, che durante la premiazione lo riconosce: “…Lei è quello del caso zanzara, bravo!”.

Vecchio e nuovo, come sempre, si mescolano a volte in maniera indistinguibile.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 agosto 2007 - 5355 letture

In questo articolo si parla di massimo bellucci, giovani

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