statistiche accessi

x

Sartini: l'emergenza tollerata

10' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Oggi viviamo in quella che alcuni sociologi definiscono come “società del rischio”; è questa un’espressione che può sembrare “innocua” e scontata ad una prima vista ma che, se rapportata alla realtà concreta, assume tutt'altra veste.

di Gabriele Sartini
Vice presidente del circolo territoriale di AN


Sostanzialmente questa espressione vuole dire che giustifichiamo alcuni rischi che corriamo, in nome dei benefici che ci derivano dallo svolgimento di alcune attività potenzialmente pericolose, appunto quelle che producono tali rischi.
L’esempio principale che mi viene in mente (molti altri se ne potrebbero fare) è quello della circolazione stradale.

Prima di spendere qualche parola voglio far parlare i numeri, che molto meglio di come potrei fare io e chiunque altro, rendono bene l’idea della gravità della situazione: apprendo dal sito del Ministero della Salute che in Italia ogni anno gli incidenti provocano circa 8000 decessi, il 2% del totale, circa 170 mila ricoveri ospedalieri e 600 mila prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero; rappresentano inoltre la prima causa di morte tra i maschi al di sotto dei 40 anni.

A qualcuno questi dati potrebbero non fare particolarmente effetto; essendo ormai ben noti tendono a non essere oggetto di profonda riflessione: è proprio questa la vera gravità del problema; siamo in presenza di un’emergenza e non ce ne rendiamo minimamente conto.
Ci preoccupiamo per qualche guerra che causa alcune migliaia di morti, oppure creiamo allarmismi per potenziali pericoli per la salute pubblica come nel caso della mucca pazza o dell’influenza aviaria, i cui morti arrivano dopo alcuni anni forse a una decina.

Da qualunque prospettiva lo si voglia guardare, sia essa economica, umana o sociale, il problema degli incidenti stradali e delle vittime della strada è intollerabile ma sembra essere tollerato. Può un paese che si definisce civile ammettere ciò? La risposta negativa è ovvia.

Visti i dati veramente impressionanti e le relative misure che, ex post, debbono essere adottate, il rapporto tra costi e benefici della circolazione stradale non è in equilibrio.
Possiamo solo immaginare quanto costino al sistema sanitario nazionale le 600 mila prestazioni annue di pronto soccorso e i 170 mila ricoveri; per non parlare poi degli invalidi e delle relative pensioni che dovranno essere erogate.

Tralascio l’aspetto umano ancor prima che sociale della questione, perché non ritengo di dover spiegare ad alcuno cosa significhi avere ogni anno tutte queste vittime (per fortuna in calo negli ultimi anni), spesso del tutto innocenti per l’accaduto; soprattutto non penso di doverlo spiegare a chi ha subito la perdita di un caro.

Cosa si fa per tentare di limitare il fenomeno?
Ancora una volta la politica e i soggetti preposti dimostrano di saper spendere delle belle parole ma si dimostrano incapaci materialmente, e forse per volontà propria, di elaborare una strategia vera ed efficace.
Le proposte, anche giuste, che vengono fatte son sempre le stesse, che hanno dimostrato la loro limitatezza; per di più non si riesce a vedere il problema da un punto di vista organico, sistematico, per poi trattarlo come tale.

Così vediamo adottate misure di vario tipo anche da enti diversi senza che vi sia quel coordinamento necessario. Le divisioni, di competenze e politiche, su questo tema proprio non servono.

Bisogna dunque capire quali sono le misure veramente adatte a porre un freno vero al problema: le idee che circolano in questo ultimo periodo hanno profili di serietà e di ridicolezza, come spesso dimostrano di saper fare i nostri politici: in particolare mi viene in mente la proposta del ministro Livia Turco, che parla di stampare sulle bottiglie di alcolici immagini di incidenti stradali; non so se la signora Turco pensi veramente che questa possa essere una soluzione anche minima al problema; ricorda tanto le famose e tristi scritte presenti sui pacchetti delle sigarette.
Ancora una volta parlano tanto per parlare.

Ma questo non è tema da scontro politico, salvo prendersela con i politici preposti che dimostrano di essere poco sensibili o inadatti a dare risposte al problema.
Questo è un tema su cui tutti, dal cittadino al politico, passando per l’agente di polizia, sono chiamati a dare un contributo in termini di impegno e di proposte.

Ritengo che siano già presenti delle ottime iniziative e proposte che potrebbero arginare o quantomeno limitare il problema, avendo dimostrato qua e là di essere valide: penso ad esempio all’introduzione del cosiddetto “braccialetto”: si tratta di fornire ai ragazzi, specie fuori dalle discoteche o dai locali notturni, un apposto braccialetto, che sarà indossato da un ragazzo o una ragazza che per la sera si impegnerà a non bere alcolici; in questo modo potrà portare a casa i suoi amici con maggiore tranquillità.

Vanno nella direzione giusta anche gli inasprimenti di pena che si vogliono introdurre; sono misure che hanno una funzione repressiva, ma dal punto di vista preventivo sollevano qualche dubbio. Un punto che ritengo fondamentale è quello relativo al trasporto pubblico: se viene fornita un’alternativa all’uso dell’auto privata ai giovani che vogliono recarsi ad esempio presso le discoteche, sicuramente il livello di sicurezza aumenta notevolmente; in questo senso poco viene fatto e molto potrebbe essere fatto, con risultati importanti se consideriamo che molti incidenti avvengono nei week end proprio tra i giovani.

Questo articolo vuole essere spunto per un momento di riflessione ma non solo: dobbiamo impegnarci per dare una risposta seria e concreta al problema: risposta che ritengo possibile; per questo invito tutti coloro che sono interessati a formulare le loro proposte, le loro idee e i loro dubbi.

Per non dimenticare che il problema ci tocca da vicino più di quanto crediamo, faccio parlare ancora una volta i numeri, ora relativi alla nostra provincia di Ancona.
Questa volta mi è di aiuto il sito dell’istat, dal quale apprendo che nel 2005 nella nostra provincia si sono verificati 2203 incidenti di cui 46 mortali; 50 sono state le vittime e 3271 i feriti.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 27 luglio 2007 - 4700 letture

In questo articolo si parla di incidente, an, gabriele sartini





logoEV
logoEV
logoEV