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Rito di riconciliazione con Madre-Terra, con undici vittime sacrificali

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L’appuntamento con il CaterRaduno di mercoledì pomeriggio è stato dedicato ad un rito propiziatorio per ricucire lo strappo tra l’Uomo col pianeta che lo ospita. Un saluto al Sole, pubblica confessione dei propri peccati, e poi impanatura nella sabbia di undici peccatori. Per finire fritto misto per tutti.

di Giulia Angeletti
Sei in punto, e scatta la diretta. I bagni Arcobaleno sono pieni di gente, e di bambini, rinominati da Cirri, bambini zappatori, che tanta parte avranno in questo pomeriggio.
Il popolo di Caterpillar sarà impegnato questo pomeriggio in un rito di riconciliazione con la madre terra, troppe volte trattata male, e inquinata senza motivo.

Fanno subito la loro comparsa due maestri del Chiacraciai, che al motto “s’insabbi chi può” esortano il popolo ad estirpare i propri peccati. Si chiamano poi sul palco 10 persone che vogliono farsi perdonare, e il desiderio è così sentito, che di “vittime” da immolare se ne presentano undici.

Il primo gesto rituale è quello del saluto al sole . Si passa poi ai peccatori: li si dispone in cerchio, e si fa confessare ad ognuno cosa ha fatto di male contro la Madre Terra. C’è allora il ragazzo che ammette di aver buttato cicche di sigarette per terra, la signora che dice di aver aspirato ragni con l’aspirapolvere, l’uomo che non chiude il lavandino mentre sta lavando i piatti, e altri peccati, più o meno gravi.

Si dispongono i peccatori in cerchio, li si fa mettere supini, e poi si chiamano i famosi bambini zappatori, che fino a quel momento erano stati in disparte, per impanare con la sabbia i malcapitati. “La più grande tumulazione collettiva in tempo di pace” come la chiama Cirri.
Infine, il rito si conclude al grido unanime del popolo che intona il “Grande U”.

Intanto l’inviata Troìa sta seguendo i preparativi del fritto misto, e dopo il gioco del tiro della sardina, il pesce arriva in spiaggia.
Il pomeriggio finisce quindi banchettando con i 52 chilogrammi di pesce cucinato da Lucio Pasquini, presidente dello Slow Food di Senigallia, e gli impanati che risorgono purificati.