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Cinque dipendenti comunali trasferiti al Cir33
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L'amministrazione Comunale ha gestito la complessa fase del trasferimento, obbligatorio per legge, del servizio integrato dei rifiuti all'autorità d'ambito, prestando la massima attenzione possibile alle prerogative e ai diritti del proprio personale assegnato a tali mansioni. |
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dal Comune di Senigallia
www.comune.senigallia.an.it
Come noto è la vigente normativa (D.Lgs 152/2006) ad aver imposto al Comune di trasferire al nuovo soggetto privato gestore del servizio rifiuti, aggiudicatario di una pubblica gara indetta da Cir33, il personale interno adibito a tali mansioni.www.comune.senigallia.an.it
Proprio per garantire all'ente il mantenimento della qualità delle prestazioni lavorative assicurate dal personale comunale, il Comune ha deciso di trasferire al gestore solo il nucleo minimo ed obbligatorio per legge delle funzioni, conservando tutti gli spazi di gestione diretta ammissibili e limitando così il trasferimento ad otto unità, sulle diciannove persone che componevano la squadra addetta al ciclo dei rifiuti.
Per tutti gli 8 lavoratori da trasferire, individuati sula base degli esiti di un'apposita procedura selettiva, il Comune ha garantito l'obbligo da parte del gestore del rispetto delle medesime condizioni contrattuali vigenti, individuali e collettive, così come l'individuazione di una sede di lavoro non lontano più di 15 km da Senigallia.
Successivamente l'Amministrazione Comunale ha sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali un accordo che prevedeva l'assegnazione temporanea per un anno al gestore privato dei dipendenti comunali, prima di procedere al trasferimento definitivo una volta sperimentata positivamente la nuova metodologia lavorativa.
Questa soluzione non ha potuto trovare applicazione non certo per mancata volontà da parte del Comune, ma piuttosto per il rifiuto opposto dalla controparte. Infatti il soggetto gestore evidenziato come, non essendo quella dell'assegnazione temporanea una fattispecie prevista dalla legge, tale opzione lo avrebbe esposto al rischio concreto di pesanti sanzioni.
Nemmeno il Ministero del Lavoro, appositamente interpellato su questo punto dal Comune lo scorso 28 maggio, è riuscito ad individuare una soluzione giuridica in grado di favorire l'applicazione della soluzione concordata da Comune e Sindacati.
A questo punto il Comune, una volta preso atto dell'impraticabilità della scelta iniziale, ha ulteriormente ristretto il numero dei dipendenti da trasferire, portandolo da 8 a 5 unità.
Per tre di loro infatti, collocati ai primi posti della graduatoria, si è deciso il mantenimento all'interno dell'organico comunale, per permettere di far fronte alle esigenze funzionali legate a preannunciati e futuri pensionamenti.
Di più non era oggettivamente possibile fare, se non violando le disposizioni di legge e quel fondamentale principio di contabilità pubblica che vieta di pagare due volte l'espletamento delle medesime funzioni.

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