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poesìe: L'incanto della vita nelle “colline marchigiane”

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Chissà dov’è nascosto il segreto del volersi bene. Chissà perché mettiamo davanti ai nostri occhi l’immagine del denaro prima ancora dei baci e dell’amore e dei colori.

di Ruben Serrani
rubens@vsmail.it
Antichi ricordi del “voluttuario” che altro non era che il diligente essere. La vita comune delle colline e dei nostri avi; di chi vicino aveva l’uso come fine e “l’abuso” come forza cattiva e “demoniaca” dei pochi.

La vita e la sofferenza, il correre e il “rincorrere” dietro a chimere e alla fine l’unica vera soddisfazione racchiusa nelle cose semplici, negli odori delle salse, nelle creme, nel “flauto viola” che pur non essendo un’arpa sprigiona celestiali note, degne di quella “celestiale cosa” che è la vita.

Devo ammettere che è veramente cosa rara, al giorno d’oggi, trovare composizioni come questa del signor Enrico Dignani, che pur ispirata nello scrivere al modus “crepuscolare” riesce, nella sua semplicità, a rispettare quelle regole fondamentali dello scriver poetico, e ad immettere negli endecasillabi e nel ritmo musicale la giusta teatralità che fa pensare, riflettere, incantare, che porta alla nostra mente il “nostalgico sognare”.

Devo, con il rispetto dovuto a tutti i “cantori” del sito dell’amico Michele, fare dei complimenti particolari all’autore di questi versi. Troppo raro, al giorno d’oggi, e in un mondo così arido, leggere un componimento così bello.