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culture migranti: Bruno: sapere e conoscere per aiutare la gente a capire

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Quando nel 1992 chiesero a Bruno se se la sentiva di dirigere l’Associazione Multietnica, lui accettò volentieri, ma ad una condizione, che l’Associazione fosse di tutti e per tutti gli immigrati.
Ora a distanza di quindici anni, Bruno partecipa ancora a tutte le riunioni, seppur con un impegno minore, visto i suoi 85 anni.

di Giulia Angeletti


L’immigrato che viene da noi non deve essere né padrone né servo: deve essere una persona uguale ad un’altra” dice Bruno. Racconta poi che alle riunioni nazionali ha sempre sostenuto la linea di dare agli immigrati le nostre stesse possibilità, visto che abbiamo bisogno di loro come forza lavoro, e non è giusto usarli quando ci serve, e poi negar loro i nostri stessi diritti.
Le leggi sull’immigrazione se fanno un passo in avanti in una direzione, ne fanno due indietro in quella opposta”.

Bruno è convinto che il sapere e il conoscere l’altro aiuti la gente a capire. L’Associazione si è sempre mossa su questa strada, per esempio si sono organizzati spesso degli incontri con le scuole elementari e medie, dove Bruno andava accompagnato da una persona immigrata, che raccontava ai bambini del suo paese.

Ricorderà sempre di una volta che andai in una classe della Marchetti con Katrine. All’inizio i ragazzi ci guardavano brutto, parlottando tra loro, noi allora gli abbiamo spiegato che non eravamo venuti li perché ci ritenevamo più intelligenti dei maestri, ma solo per metterli a conoscenza della realtà di un paese lontano che li avrebbe aiutati a capire meglio com’è fatto il mondo. Alla fine dell’incontro i ragazzi ci abbracciavano”.

L’Associazione ha un comitato direttivo composto da 7 membri, per la maggior parte stranieri, che si riunisce ogni settimana per discutere dei problemi più urgenti da risolvere tra gli stranieri, che a Senigallia sono diventati ormai più di duemila.
Secondo Bruno il problema più urgente è sicuramente quello dell’abitazione, comune a molti senigalliesi.

Fanno parte dell’Associazione un ufficio informazioni aperto tutta la settimana, per dare tutte le notizie utili agli stranieri, e cercare di aiutarli a risolvere i problemi del permesso di soggiorno, i ricongiungimenti familiari, i problemi abitativi.
L’ufficio informazioni ha una logica, solo che spesso l’immigrato viene solo quando ha bisogno, e non quando si creano momenti per stare tutti insieme, in cui si condividono idee”.

Nei primi anni c’era una discreta presenza di immigrati, e maggiore partecipazione. Ora soprattutto marocchini e persone del Bangladesh tendono a risolvere i problemi per conto di loro. Non si sono fatti passi in avanti per la condivisione dei problemi. La collaborazione deve essere la base per vivere insieme”.

Mi stupisco poi che oggi ci siano tanti pregiudizi sul quartiere porto. In tutte le città, e da sempre a Senigallia il porto è il quartiere internazionale per eccellenza, qui vi arrivavano le navi dalla Grecia, e c’era un grande mercato. I nomi delle vie recano ancora l’impronta di questo passato con nomi di città straniere”.

Per concludere Bruno parla dei rapporti dell’Associazione con l’amministrazione comunale: “Oggi come Associazione lamentiamo la mancanza d’aiuto e di collaborazione con l’amministrazione comunale, e ci auguriamo un suo maggior coinvolgimento”.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 12 aprile 2007 - 11413 letture

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