Cicconi Massi: ufficio sviluppo sostenibile, dubbi sulla scelta del responsabile

Intervento del consigliere Alessandro Cicconi Massi riguardo la procedura avviata dall’amministrazione comunale per l’individuazione del responsabile del nuovo ufficio sviluppo sostenibile del Comune. |
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da Alessandro Cicconi Massi
Capogruppo Consiliare Forza Italia - PPE
Capogruppo Consiliare Forza Italia - PPE
Una nuova figura professionale, che dovrebbe essere assunta per un periodo limitato di due anni, con possibilità di rinnovo dell’incarico, inquadrato nella posizione di funzionario D1.
Un architetto o un urbanista, da selezionare tenendo conto del curriculum vitae e di un colloquio da effettuarsi di fronte alla commissione che verrà successivamente costituita.
Fermo restando che alcuni dubbi sorgono proprio sull’utilità di costituire un ufficio di tal genere nella nostra città , con la necessità quindi di accrescere il numero del personale, vista la possibilità di far rientrare le specifiche competenze di sviluppo urbano nell’ambito della struttura amministrativa dell’urbanistica e dei lavori pubblici, ancor più dubbi emergono se si legge lo scarno bando approvato dall’amministrazione per la selezione di questa figura professionale.
Non può certo dirsi un concorso nel vero ed autentico senso della parola, quello bandito dal Comune, ma nemmeno una selezione.
Ci sembra più che altro uno strumento per rimettere alla piena discrezionalità dell’amministrazione e dell’apparato dirigenziale dell’ente l’individuazione del soggetto che per due o più anni andrà a prendere un bello stipendio.
Quando si sceglie il responsabile di un ufficio, cioè un funzionario, non si dovrebbe badare a null’altro se non alle comprovate capacità professionali della persona che viene reclutata per assolvere le mansioni di competenza. E tale verifica non può essere affidata esclusivamente alla discrezionalità di una commissione, senza che questa sia supportata nella propria scelta da elementi di carattere obiettivo e certo tali da garantire trasparenza nella selezione.
E’ evidente che il rimettere la scelta alla esclusiva valutazione dei curricula presentati ed ad un colloquio non può essere sufficiente per assumere una figura professionale, che diverrà un vero e proprio dipendente di un ente pubblico.
Insomma non ci troviamo di fronte alla selezione di un dirigente, per il quale la legge permette una scelta discrezionale da parte dei vertici dell’ente, per garantire quel vincolo fiduciario tra politica ed amministrazione, e neppure di fronte alla nomina di un consulente o di un Co.Co.Co., per i quali non sono dovuti tutti i crismi della pubblica selezione.
Qui si sarebbe dovuto espletare un vero e proprio concorso, nel quale l’amministrazione, con tutte quelle garanzie di imparzialità , trasparenza e pubblicità avrebbe potuto in tutta autonomia scegliere il candidato più capace e più titolato per ricoprire tale incarico. E non ci si nasconda dietro alla questione che trattasi di un incarico di alta specializzazione: tanto peggio, per verificare questa alta formazione e capacità organizzativa del nuovo dipendete sarebbe quanto mai indispensabile sottoporre i candidati ad un buon numero di prove, così come avviene nella gran parte delle pubbliche amministrazioni.
Non sarà giammai così, ma è chiaro una procedura di questo tipo può far sorgere tutti i dubbi sul perché non sia stato effettuato un vero e proprio concorso e sulle qualità di colui il quale andrà a ricoprire tale incarico.
Sembra che l’amministrazione Angeloni abbia una vera e propria repulsione per tutto quello che sia trasparenza e selezioni pubbliche per ciò che attiene al personale: dirigenti infatti nominati direttamente senza concorsi e selezioni, collaboratori e consulenti idem ed ora anche i funzionari di fatto cooptati anziché messi a concorso. Queste pratiche non virtuose sono avvilenti e preoccupanti.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 30 marzo 2007 - 3494 letture
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