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L'8 marzo con le ex prostitute: il vescovo minaccia la scomunica per i clienti

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Un incontro pubblico con le ex schiave del sesso per testimoniare il coraggio di ribellarsi alla prostituzione. Un segnale forte quello arrivato nel giorno della Festa delle Donne da Senigallia, dove l'Amministrazione Comunale ha accolto all'interno della sala consiliare alcune ragazze ospiti della comunità Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi.


Racconti di violenza e abusi, testimonianze toccanti di ex prostitute che oggi ricominciano a vivere.
A fare gli onori di casa è stata il sindaco Luana Angeloni, affiancata dal sindaco di Montemarciano Gerardo Cingolani e dall'assessore provinciale Patrizia Casagrande, in rappresentanza di un territorio da Marina di Montemarciano al Cesano di Senigallia, alle prese con la lotta alla prostituzione.

Finchè esistono così tante donne vittime di abusi ha ancora senso festeggiare l'8 marzo - ha esordito la Angeloni - oggi più che mai vogliamo dare voce a queste donne che consideriamo nostre concittadine affinché la loro esperienza diventi un messaggio di speranza per tante altre”.

Significativa la storia di Sonia (nel primo video), ventenne, proveniente dall'Est Europa. “La mia famiglia era molto povera e così mi sono fidata di un amico che mi ha portato in Italia promettendomi un lavoro sicuro. Arrivata invece sono stata portata in una casa, prima, e in strada, poi, e costretta a prostituirmi - ricorda Sonia - nonostante piangessi “loro” mi dicevano che se non avessi obbedito avrebbero ucciso la mia famiglia. Se non portavo a casa ogni notte almeno mille euro erano botte. Poi ho incontrato i volontari della comunità Papa Giovanni XXIII ed è cambiata la mia vita”.

Ho 38 anni e anch'io vengo dai paesi dell'est - aggiunge Susanna (secondo video) - a tutte le forze dell'ordine dico di fare qualcosa per queste ragazze sfruttate come bestie per farle uscire da questo inferno”.
Ad accogliere l'appello di Susanna c'erano il questore Giorgio Iacobone, che ha rinnovato il patto di collaborazione tra istituzioni e associazioni di volontariato, e il prefetto Giovanni D'Onofrio, che ha ribadito l'impegno per affrancare le vittime della prostituzione dagli sfruttatori.

Sul tema dei clienti e degli sfruttatori del sesso non ha usato mezzi termini il vescovo di Senigallia. “Se non ci fossero loro non ci sarebbe la prostituzione - ha detto mons. Giuseppe Orlandoni - per questo peccato esiste la scomunica, non dico di arrivare a questo ma di certo è un peccato che chiede vendetta agli occhi di Dio”.

Tra i presenti, oltre al sindaco Cingolani, preoccupato, come Cristiano Berti di Free Woman, dell'aumento della prostituzione negli appartamenti, all'assessore provinciale Casagrande, sensibile a che le istituzioni siano vicine a queste donne.
Un pensiero unanime da parte di don Aldo Piergiovanni della Caritas diocesana e di don Aldo Bonaiuti, della Comunità di don Benzi, è stato rivolto ad Evelin, la prostituta nigeriana “che nel 2001 fu uccisa a Cesano di Senigallia e il cui assassino è rimasto impunito”.


La testimonianza di Sonia Le autoirità e le ex prostitute Giuseppe Orlandoni Vescovo di Senigallia
La testimonianza di Sonia.
Le ex prostitute di fronte alle autorità, Gerardo Cingolani sindaco di Montemarciano, Giovanni D'Onofrio prefetto, Luana Angeloni sindaco di Senigallia, Giorgio Iacobone questore, Patrizia Casagrande, assessore provinciale.
Giuseppe Orlandoni mentre minaccia la scomunica per i clienti delle prostitute-schiave.








Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 marzo 2007 - 5617 letture

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