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Corinaldo: tornano liberi i titolari della Recomat ma devono bonificare il sito

1' di lettura 30/11/-0001 -
Hanno patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione con sospensione della pena condizionata all’obbligo di bonificare il sito, Virgilio Coppari, 48 anni, e il figlio Cristian 24 anni, rispettivamente Amministratore delegato e direttore della Recomat s.p.a. di Corinaldo.



I due, al vertice dell’ex società di smaltimento di rifiuti, erano finiti in carcere con l’accusa di traffico di rifiuti . Secondo l’accusa del pm Paolo Gubinelli, la Recomat avrebbe smaltito 20 mila tonnellate di rifiuti speciali classificandoli come imballaggi, evitando così di pagare l’ecotassa regionale.

Secondo le indagini, avviate dal Noe nel 2003, l’azienda avrebbe smaltito i fanghi industriali, tra cui miscele di oli, vernici e plastiche, nella discarica senza alcuna lavorazione. Un’accusa da sempre respinta dai legali dei due processati.

Virgilio e Cristian Coppari adesso, se vogliono evitare di finire nuovamente dietro le sbarre, dovranno entro un anno provvedere allo smaltimento e rimozione dei rifiuti rimasti accatastati dopo il sequestro nell’area e procedere anche alla completa bonifica del sito.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 gennaio 2007 - 2444 letture

In questo articolo si parla di penelope pitti, rifiuti, corinaldo

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