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Confartigianato: attenti al business del "taroccato"

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Dalle borse griffate ai vestiti, agli occhiali da vista, ai profumi, passando per i giocattoli, fino alle contraffazioni alimentari. L'industria del falso è florida ed è tra le cause principali della crisi delle nostre imprese del settore manifatturiero. Quello della contraffazione è un business colossale che gira a pieno regime ed è sempre più globalizzato. Anche il Senigalliese non è “ immune” dal fenomeno.

da Confartigianato Senigallia


I settori più esposti al mercato dei falsi, sottolinea la Confartigianato di Senigallia, sono quelli della moda - tessile-abbigliamento-calzature, oreficeria ma anche nell’alimentare - cioè le attività di punta del ‘made in Italy’. E’ indispensabile dunque la rapida approvazione delle norme per la riconoscibilità e la tutela dei prodotti italiani, il marchio 100% made in talyi. Ne va della sopravvivenza delle nostre imprese.

Il provvedimento rappresenta un’arma in più per difenderci dalla concorrenza sleale dei Paesi emergenti, dalle importazioni illegali di merci a costi irrisori e a scarso valore aggiunto, dal fenomeno della contraffazione. Certo i marchi, da soli, non bastano: per arginare la gravissima crisi in cui si dibattono soprattutto le piccole imprese, in particolare, del settore tessile-abbigliamento-calzature bisogna anche puntare su innovazione, qualità, contenuti tecnologici delle nostre produzioni. La contraffazione del Made in Italy è uno degli ostacoli più importanti all'attività produttiva e alla competitività italiana.

In un recente sondaggio della Confartigianato, un campione di 1.500 aziende, rappresentativo di tutte le piccole e medie imprese artigiane operanti nei settori più tradizionali della produzione nazionale, è stato interrogato sui principali ostacoli che condizionano l'attività e la competitività italiana. E le risposte hanno evidenziato, dietro le risposte classificatesi alle prime due posizioni (la concorrenza dei prodotti a basso prezzo e la delocalizzazione delle produzioni in Paesi a basso costo di manodopera), la problematica della contraffazione del Made in Italy. I rischi che si corrono scegliendo un capo d'abbigliamento, un paio di scarpe, della biancheria non regolari derivano soprattutto dal fatto che questi prodotti si "indossano", si portano cioè a contatto del proprio corpo.

Vengono impiegati spesso materiali tossici, sostanze dannose, in grado di provocare allergie. I capi di cotone vengono spesso sbiancati con l'uso di sostanze pericolose vietate in Europa. Le tomaie di pessima plastica venduta come pelle, si alterano a contatto con la cute, provocando danni e allergie gravi.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 28 ottobre 2006 - 2276 letture

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