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I Verdi replicano ad Osservi: sulla Sacelit bisogna precisare

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
I Verdi replicano con una lettera aperta alle dichiarazioni di Paolo Osservi. Con riferimento all’area Sacelit – Italcementi va precisato quanto segue: nel primo semestre 2006, l’area è stata oggetto di uno dei più grandi cantieri della regione Marche di bonifica del sovrasuolo da materiale contenente amianto (coperture, discendenti, canalizzazioni, isolamenti…).

da Simone Ceresoni
Assessore all'Ambiente


I quantitativi di amianto rimossi e smaltiti in discarica specializzata, secondo le procedure previste dalle norme vigenti, sono stati di oltre 414.000 kg. Il procedimento di autorizzazione e le fasi di controllo del piano di lavoro sono state portate avanti, come recita la legge, dalla competente ASUR. L’assessorato all’Ambiente del Comune di Senigallia in questo quadro ha attivato, a suo tempo – come pubblicato più volte sulla stampa locale –, sia un’azione di controlli e verifiche, sia un percorso di trasparenza, che permettesse, a quei cittadini e a quelle associazioni interessate, di conoscere e verificare lo stato delle procedure di bonifica in corso.

Tutto l’amianto, prima di essere rimosso, è stato incapsulato, secondo quanto stabilito dalle norme, per prevenire la dispersione di particele in atmosfera. Nel corso di detti lavori l’Asur ha compiuto, senza preavviso, oltre 30 controlli del cantiere di bonifica e demolizione con propri ispettori abilitati per verificare il rispetto della normativa e quindi la tutela della salute pubblica. Inoltre sono stati effettuati sempre da parte dell’Asur (anche su richiesta puntuale di residenti e associazioni) molteplici campionamenti di polveri, che si sono depositate durante i lavori di demolizione. I manufatti stessi, prima della loro demolizione, sono stati controllati, prelevando campioni a norma di legge, per verificare l’assenza di amianto.

Sono stati avviati, anche, monitoraggi ambientali (controlli sulla qualità dell’aria) e controlli puntuali sul personale operaio, che ha effettuato tali lavori, avendo sempre riscontro negativo circa la presenza di amianto. Il sottoscritto ha seguito passo dopo passo tali procedure (anche con verifiche personali e puntuali in luogo) e ha disposto controlli e verifiche del cantiere da parte dei vigili urbani, circa il rispetto delle norme edilizie, e dell’ufficio ambiente del Comune, congiuntamente all’Arpam, ogni volta che le fasi di demolizione hanno riguardato il sottosuolo, materia questa di competenza dell’amministrazione comunale.

Aggiungo ancora che l’assessorato all’Ambiente ha attivato da subito, per aumentare la trasparenza e la partecipazione, un tavolo di confronto, verifica e controllo con molti soggetti, tra cui oltre al sottoscritto ne hanno fatto parte rappresentanti dell’Asur, delle organizzazioni sindacali Cgil – Cisl - Uil, del Gruppo Società e Ambiente, dell’Ala e alcuni dei residenti nella zona adiacente alla Sacelit – Italcementi, che ne hanno fatto richiesta. Le riunioni sono state molteplici, alcune anche con toni aspri e accesi. Inoltre a metà marzo è stato tenuto un pubblico incontro per spiegare ai cittadini interessati quanto stava accadendo. Uno dei problemi di più difficile gestione è stato quello relativo alla notevole polverosità causata dalle opere di demolizione dei manufatti, a cui Comune e Asur hanno tentato di ovviare prescrivendo alla ditta esecutrice dei lavori di bagnare i materiali demoliti.

Riguardo poi al mio ultimo intervento circa il dissequestro dell’area Sacelit – Italcementi parto con il dire che il mio è stato un tentativo rivolto ad entrambi gli interlocutori (Sandro Barbadoro e Ciro Montanari) di cambiare la logica dei loro interventi. Non una “…lotta contro…”, ma una “…lotta per…”. Non una guerra tra nemici volta alla mortificazione pubblica dell’altro, ma un confronto anche aspro e acceso tra interlocutori, diversi per finalità perseguite e ruoli, ma capaci di rispettarsi nella propria identità. Per questo ho affermato che nell’atto di dissequestro dell’area vedevo vincenti entrambi: chi ha a cuore la salute pubblica come finalità della propria associazione e chi ha eseguito le opere di bonifica nel rispetto della norma. A questo punto va ricordato che la parte della bonifica è conclusa solo per ciò che riguarda il sovrasuolo e che presto partiranno i piani e le opere d’investigazione circa lo stato d’inquinamento del sottosuolo. In questo senso auspico la partecipazione, agli incontri pubblici che ci saranno su tale tema, di tutti i soggetti, che saranno interessati ad approfondire e a conoscere gli argomenti in questione.

Da ultimo nel salutare con stima Carlo Montanari, Presidente dell’associazione Ala, e nell’augurargli di tornare presto in salute mi pare di poter dire che a Senigallia esiste una “questione amianto”, ma non una vera e propria emergenza. Infatti, in passato l’amianto è stato utilizzato in molti casi e lo troviamo un po’ in tutto il territorio senigalliese. Tuttavia va precisato che lo stesso è pericoloso per la salute quando, trovandosi in uno stato di deterioramento, disperde particelle in aria. Il buono stato di conservazione, anche con l’uso di vernici specifiche incapsulanti, possono renderlo innocuo per un po’ di tempo. Sempre meglio in ogni caso rimuoverlo, nel rispetto delle procedure di legge, e smaltirlo in discarica specializzata.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 19 settembre 2006 - 20247 letture

In questo articolo si parla di verdi, simone ceresoni, sacelit

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