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culture migranti: Mikela, un'imprenditrice dalla parte dei più deboli

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Mikela è venuta via dalla Romania perché da bambina sognava di comprarsi il Mercedes e fare fortuna in America. In Italia c’è finita quindi un po’ per caso, da turista clandestina nel 1991. Oggi, nel giro di 15 anni, è proprietaria di un’impresa di pulizie, capogruppo degli stranieri nel comune di Senigallia e rappresentante di un’associazione di badanti. Ma quello che conta è che oggi si sente finalmente integrata.

di Giulia Angeletti


A 25 anni Mikela viene via dalla Romania, dove studia fisica atomica all’università di Bucarest, la grande sfida per lei è emergere: vuole realizzare qualcosa nella vita. Viene in Italia un po’ per caso da turista, ma clandestina. Rimane in tale stato di clandestinità per mesi interi, fininchè non regolarizza la sua posizione come domestica presso una famiglia. Va prima a Moie, dove c’era una sua amica, e poi viene a Senigallia. Intorno a lei ci sono molte persone che vorrebbero aiutarla, ma che non possono farlo perché non hanno le conoscenze giuste.

Italia e Romania sono due paesi latini, dalla cultura molto simile, questo permette alle persone di integrarsi meglio. Inoltre in Italia è molto grande la richiesta di badanti, soprattutto provenienti dall’est europeo: Russe, Ucraine, Rumene… Pure la lingua è molto simile, anche se Mikela avverte la mancanza dello studio della grammatica italiana, che le sarebbe servita per non sbagliare certe inflessioni della nostra lingua.

A Senigallia sperimenta ogni tipo di lavoro: lavapiatti, aiuto cucina, molte assistenze ai malati, servizi e altri ancora. È sempre stata una gran lavoratrice.
Nel 1996 acquista con i soldi messi da parte un'agenzia matrimoniale, l’agenzia Armony: diventa così imprenditrice. Le ci vogliono però ben sei mesi per regolarizzare la posizione dell’agenzia. In quel periodo lavora alla mattina, e di pomeriggio sta in agenzia. Durante il lavoro in agenzia le capita di combinare molti matrimoni misti.
Grazie a questa esperienza può aiutare molte persone sole, e il suo desiderio nasce proprio dal fatto che anche lei qui è sola. Si rende conto della difficoltà di rifarsi una vita per le persone separate, che, come lei dice, sono persone distrutte che si portano addosso un “handicap” per tutta la vita, perché la legge italiana non consente di ricostruire un altro rapporto in tempi reali.

Alcuni anni dopo, cede l’agenzia matrimoniale ad una ragazza ungherese e mette su un’impresa di pulizie e servizi, che si chiama dal suo nome “Mikela” ed ha la sua sede in via Capanna 109. Nell’impresa oggi lavorano delle operatrici di diverse etnie, tra Rumene, Albanesi, Italiane e una signora Moldava. Sono tutte persone culturalmente alte, alcune laureate in giurisprudenza, altre professoresse.
Mikela, pur essendo la proprietaria, lavora con le altre ragazze, perché come dice lei, è una donna come loro.
L’impresa ha un campo d’azione molto vasto, va dalle pulizie personali alle pulizie industriali, non gli mette paura niente. Molta gente a Senigallia conosce l’agenzia di Mikela, e chi l’ha provata una volta, assicura lei, di solito richiama sempre perché sono persone che danno la qualità.

Purtroppo a Senigallia Mikela dice di aver sperimentato sulla sua pelle molto razzismo inaspettato, che viene proprio da persone che le stanno accanto e in cui crede. Ha sofferto molto per l’integrazione, ma oggi si può dire bene integrata, ed ha imparato ad essere più dura nei confronti di quello che gli altri dicono. È riuscita a Senigallia a crearsi un suo ambiente nel quale si sente a casa.
È convinta inoltre che nel futuro, nel giro di dieci anni queste diffidenze non ci saranno più perché la gente avrà imparato a conoscere il “diverso”, e avrà scoperto molte brave persone.


Mikela e gli immigrati

Dall’esperienza dell’agenzia Armony, Mikela inizia ad aiutare gli stranieri, parlando con loro e per loro, cercando di dargli una mani. Il suo impegni si traduce in tanto volontariato nei loro confronti e sfocia nel 2005 quando diventa capogruppo degli stranieri nel comune di Senigallia.
Perché proprio Mikela? Mikela perché era già molto conosciuta tra gli stranieri, e perché per quel ruolo era necessaria una persona che aveva avuto un passato di sofferenze e sacrifici, per capire a sua volta le sofferenze delle altre persone immigrate come lei.

Essendo stata eletta rappresentante degli stranieri, incomincia a prendere la strada della vita politica rappresentando tutte le etnie e facendosi portavoce delle loro situazioni, spesso disagiate.

Ora per strada gli stranieri la chiamano sindaco, perché Mikela rappresenta una garanzia per loro e li rappresenta.
Mikela è sempre stata dalla parte del debole, che, come lei sottolinea, in Italia non ha il diritto di essere aiutato, ma ha solo il dovere di lavorare di più. Lei stessa è stata una debole, ed ora che è uscita da quella condizione, si sforza in tutti i modi per aiutare altri ad uscirne.
Tra gli immigrati a Senigallia non si sentono stranieri, ma fratelli, e si è instaurata una bella rete di amicizie e di scambi culturali.

Quando dici immigrazione dici tutto” tutti emigrano secondo Mikela, e anche l’italiano che esce fuori di casa deve integrarsi con alti popoli perché infondo tutti volgiamo vivere bene e in pace con gli altri. L’integrazione per riuscire bene deve essere come un matrimonio e cioè venire da due parti.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 24 agosto 2006 - 7905 letture

In questo articolo si parla di immigrati, mihaela rujoiu rodica, giulia angeletti

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