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Porcelli: sulle dimissioni di Stefanelli la gente vuole saperne di più
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Premesso che in questi ultimi giorni di frequente mi è accaduto di essere fermato per la strada da persone che volevano “saperne di più” ed insieme volevano dire la loro, segno evidente che la domanda di politica è tutt’altro che spenta, vorrei richiamare all’attenzione alcuni dati e qualche considerazione. |
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da Franco Porcelli
Margherita Senigallia
Le dimissioni dell’Assessore all’urbanistica, per di più le seconde nel giro di pochissimi anni, non sono cosa da poco. Per dirla chiara, sono il sintomo evidente e traumatico di un malessere che sotto-traccia esiste e corrode. Capire quanto sia esteso e profondo quel disagio, è un dato importante che, purtroppo, è ancora scarsamente palpabile. E’ circoscritto solo ad alcuni rapporti interpersonali, investe le dinamiche della Giunta, coinvolge anche il Consiglio comunale, tracima nell’intera coalizione di maggioranza? Non si capisce, quando è legittimo chiedere di sapere.Margherita Senigallia
Ma il malessere si è oggettivamente manifestato, così come in città serpeggia una certa aria di insoddisfazione e delusione. Allora per definirne contorni ed entità (a maggior ragione in questa circostanza che investe squisitamente la sfera pubblica e per questo – proprio perché appartiene a tutti – ha un solo modo di procedere: la più trasparente dialettica democratica. Altrimenti dove e come si fondano i consensi ed i dissensi?), è necessario procedere velocemente ad un’accurata ricognizione sul campo. Di qui la necessità/utilità della verifica politica a tutto campo: prima per capire, poi per rimediare al meglio e riguadagnare la carreggiata.
La verifica è sempre un appuntamento impegnativo e sarà fattore di crescita se ed in quanto i protagonisti, i Partiti, ci arriveranno preparati. Promuovere la circuitazione delle idee sollecitando il concorso di tutte le disponibilità reperibili, allargare e tonificare il dibattito interno sono un’esigenza vitale per la capacità di rappresentanza dei Partiti, in quanto consente loro la condizione ideale per raccogliere umori, valutazioni, suggerimenti e proposte. Dentro questo ragionamento lineare e piano, sta la richiesta della convocazione tempestiva dell’assemblea degli iscritti, che con altri amici ho rivolto al mio Partito, la Margherita. Chiedere l’assemblea a tempo debito non è né una forzatura né una prepotenza, semmai è la rivendicazione di un diritto-dovere. L’arroganza, invece, sta nel negarla o, più furbescamente, nel differirla così tanto da arrivare a tempo scaduto, a giochi fatti, quando praticamente è inutile. Il che, è curioso, ricorda tanto gli adagi di una volta: “Non disturbate il manovratore”, “Scansati ragazzo, lasciami lavorare!” . Altro che nuovo che avanza, proseguendo di questo passo si finisce con l’infliggere una bella “mazzata” a quel discorso di rappresentanza che prima facevo. “Signori manovratori” è passato un mese dalla presentazione delle dimissioni dell’Assessore, un tempo più che congruo per cominciare a parlarne pubblicamente.
Da ultimo, per ora, non sfugga all’attenzione il contesto generale in cui questa tribolata vicenda è venuta a cadere. Oggi l’intera comunità nazionale vive un delicato momento di transizione, dove i Partiti sono sì l’architrave della vita politica, ma non sono più totalizzanti e non esauriscono più in essi la domanda di politica che i cittadini avanzano. Quindi arroccarsi nei fortilizi sempre meno folti delle direzioni ed eludere il confronto largo è poco produttivo. Nel migliore dei casi vuol dire rinunciare a catalizzare contributi ed energie; quando va peggio vuol dire dirottare verso altri collettori, diversi dai Partiti, la domanda di politica che comunque resiste pur inevasa. I comitati, i movimenti, le associazioni di cui pullulano le nostre città, sono un’avvisaglia su cui vale la pena riflettere.
Su questi argomenti di costume politico è ora suonata di aprire un dibattito reale e non “virtuale”. A proposito, il coordinamento cittadino della Maggioranza esiste davvero o anch’esso è solo virtuale? Ancora non ha aperto bocca sull’argomento, così mi sembra; o quanto meno se ha parlato, è stato molto flebile.

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