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Bambini libanesi ospiti del Comune a Montignano

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C’è un luogo del nostro mondo dove si consuma una tragedia da quasi sessant’anni: è la terra che si contendono israeliani e palestinesi. E’ un luogo in cui in modo unico si misura il fallimento di diplomazie, organi internazionali, governi, mediatori…

dal Comune di Senigallia
www.comune.senigallia.an.it
I potenti della terra non sono riusciti a costruire una pace.
Ed è di questi giorni l’allarme che il conflitto riprende, si allarga e dilaga.
Per misurare la vastità di questo dramma vale forse qui la pena di evocare quelle fotografie che nei primi giorni della guerra del Libano hanno fatto il giro del mondo sulla stampa internazionale: due bambine israeliane che appongono una dedica con un pennarello alle bombe destinate agli hezbollah.

Un’immagine terribile perché dà misura del tracimare di un odio e di un risentimento profondo che non si fa cura di risparmiare dei bambini.
La guerra è sempre morte, dolore, sofferenza. La tv ci riempie le case con le sue immagini di rovina, sangue, distruzione.
Meno forse ci racconta che un conflitto così lungo ha stabilito sentimenti fortissimi di rifiuto, di disprezzo, rancori radicati.
Ecco forse proprio qui si apre uno spazio per noi che non abbiamo nessun potere e siamo anche geograficamente lontani da quel luogo.
Proprio per agire sui sentimenti, con un’azione politica di pace “dal basso”, una piccola e giovane ONG di Milano, Vento di Terra, ha organizzato per due anni di seguito uno scambio con una delegazione di bambini palestinesi dal campo profughi di Shu’fat, Gerusalemme est.

Lo scambio è stato possibile grazie alla collaborazione con la cooperativa Centri Rousseau che dal 2003 gestisce nel campo, con un progetto di cooperazione decentrata, un centro giovani con attività ricreative e di doposcuola.
Quest’anno 21 bambini con 6 educatori sono stati ospitati per due settimane dalla struttura di accoglienza della Parrocchia Ognissanti a Quinto Stampi di Rozzano (Milano).
Hanno condiviso con i ragazzi dell’oratorio le attività del centro estivo.
Domenica 16 luglio siamo scesi a Senigallia per una vacanza al mare (che i ragazzi palestinesi non avevano mai visto!).

Ed è stato così possibile organizzare una splendida serata giovedì 20 luglio presso l’oratorio di Montignano per incontrare i ragazzi e le famiglie di questa comunità.
Cose molto semplici: una partita di calcio, una cena con la pizza, qualche canto e qualche danza, tante chiacchere.
La passione e la generosità di Massimo Marcellini che ha organizzato tutto, hanno fatto un piccolo miracolo. Un momento di conoscenza, di incontro, di dialogo, di contaminazione.

Di nuovo abbiamo permesso ad un gruppo di bambini di una realtà difficile e violenta (Shu’fat è un agglomerato fittissimo di case, 22.000 abitanti in 2 km²!, neanche un prato o un campo di gioco…e che sta per essere circondato “ a goccia”, ci sarà cioè una sola uscita con check point, da un muro alto 8 mt), di incontrare degli amici, di conoscere persone attente ai loro bisogni di gioco e di divertimento. In un momento importante della loro crescita (hanno tutti dai 9 ai 12 anni) abbiamo dato loro un messaggio forte circa l’esistenza di un mondo fuori dal campo che non è solo ostilità, arbitrio, persecuzione…

Abbiamo permesso loro di vivere un momento forte di riconoscimento, di valorizzazione, di festa per le loro abilità nella danza, nel canto, nel gioco...
Non dimentichiamo che viviamo un frangente culturale in Italia per cui nell’immaginario si è imposto il luogo comune: arabo = terrorista. Ogni incontro con una comunità italiana come quello vissuto a Montignano, è stato una vera azione politica umanizzante: “il mondo non è umano perché è fatto di esseri umani, e non diventa umano solo perché la voce umana risuona in esso, ma solo quando è oggetto di discorso. Per quanto le cose di questo mondo ci colpiscano intensamente, per quanto profondamente esse possano emozionarci e stimolarci, esse non diventano umane per noi se non nel momento in cui possiamo discuterne con i nostri simili….Noi umanizziamo ciò che avviene nel mondo e in noi stessi solo parlandone e, in questo parlare, impariamo a diventare umani. I greci chiamavano filantropia questa umanità che si realizza nel dialogo dell’amicizia, poiché essa si manifesta nella disponibilità a condividere il mondo con altri uomini. Il suo opposto la misantropia, significa semplicemente che il misantropo non trova nessuno con cui si cura di condividere il mondo, che egli non ritiene nessuno degno di rallegrarsi con lui nel mondo, nella natura e nel cosmo”.

Qualcuno a questo punto potrebbe dedicarci un sorriso ironico: cosa sono 35 ragazzi coinvolti di fronte alla vastità del conflitto israelo-palestinese?
E’ vero, non sono niente.
Ma iniziative come questa attendono di moltiplicarsi. La fantasia e la creatività di uomini che vogliono smettere di parlare di pace e cominciare a farla, potrebbe trovarne di migliori.
Vento di Terra sogna di poter realizzare un giorno un campo misto: bambini italiani, palestinesi, israeliani…
Certo è ora di non lasciare la costruzione della pace solo alla politica dei potenti.
E’ ora di sottrarre i bambini alla firma delle bombe, perché tornino a giocare e a colorare il mondo con sorrisi di pace.