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Biblioteca Antonelliana: che i libri ritornino negli scaffali aperti a tutti
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Da un anno che mi sono trasferita a Senigallia, e, facendo staffetta con Urbino, prima di un mese fa non avevo mai avuto l'occasione di entrare nell' enorme Biblioteca Antonelliana. Spazi ampi, aria condizionata, tavoli pieni, moltissimi ragazzi presi probabilmente dagli ultimi esami prima dell'estate. Mi sono avvicinata al bancone delle informazioni, chiedendo dei libri in prestito e lì è sorto un piccolo problema. |
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da Alessandra Tronnolone
Ci sono delle schede e da lì puoi vedere se il tuo libro è libero oppure no. Ma come?Delegare a delle schede il compito di un libro? E se io non so i titoli?
Spiego brevemente. Sono sempre andata in biblioteca per il gusto di girare tra gli scaffali, senza idee chiare, a leggere le trame, assaporare l'odore delle pagine consumate, vedere le immagini della copertina, scegliere libri su libri fino a prenderne due o tre per me più adatti.
L' impiegata, molto gentile, ha capito tutto e mi ha detto che la vera biblioteca è così, come la intendo io, ma non come si intende qui e per i libri negli scaffali c'è poco spazio.
Dal paradiso dell'aria condizionata al caldo inferno soffocante di un corridoio pieno di finestre chiuse e scaffali di ferro che si aprono con una manovella. "Solo per gli autorizzati", c'era scritto sulla porta d'entrata.
Mi ha lasciata lì, sola, nel sudore più totale e le persone passavano, senza voltarsi, mentre io mi sentivo la regina degli inferi e dentro di me pensavo: "Non è che adesso vorranno venire tutti qui dentro e dovrò andare via senza aver scelto neanche un libro?". Invece no, in tutto quel tempo, non so dire quanto, io mi crogiolavo nel caldo abbraccio di centinaia di libri e gli altri fuori al fresco come in un miraggio.
Perchè si liquida al poco spazio? Perchè si è perso il piacere di consultare e camminare con occhi, alti e poi bassi in mezzo a scaffali pieni di parole?
E' davvero colpa del poco spazio? Mi piacerebbe avere una risposta da chi ne è competente.
Non tutti hanno abbastanza soldi per comprarsi tutti i libri che vogliono leggere, l'intelligenza e il sapere una volta era dato in base al denaro che una famiglia poteva predisporre, ma chi ha pochi soldi può non godere del piacere di possedere una villa con piscina, forse, ma del piacere di leggere, non può e non deve esserne privato. E tanto meno del piacere di scegliere con gli occhi, la vista e l'olfatto, il fedele compagno di notti insonni, o di pomeriggi noiosi, senza delegare a schede di titoli e nomi.
Perchè come diceva il detto: un uomo che legge, ne vale due!

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