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Paradisi sul caso Asur: qualcuno risponderà alla Corte dei Conti

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Prendo atto della misurata presa di posizione del direttore generale dell’Asur regionale dott. Aprile.

da Roberto Paradisi
avvocato


La vicenda però, diversamente da quanto sostenuto dal direttore, che pure bene ha fatto ad avviare un’inchiesta interna (il dott. Favi peraltro è pronto a collaborare con il direttore regionale per ricostruire la vicenda), non nasce da una “intricatissima serie di fatti processuali e procedimentali” ma dalla caparbia ostinazione della Zona territoriale 4 di Senigallia di non pagare al dott. Umberto Favi le indennità previste dal contratto collettivo nazionale del lavoro del 2000 per incarichi affidati all’ex dirigente dalla stessa direzione aziendale.

Incarichi puntualmente onorati. Punto. Gli “intricatissimi fatti” non sono altro che pretestuose e cavillose motivazioni addotte dalla Zona Territoriale per non corrispondere al dott. Favi quanto dovuto. Pretesti e cavilli puntualmente smontati in fase di giudizio. Ciò che però più conta, in questo momento, è che esiste una sentenza esecutiva di primo grado che dà pienamente ragione al dott. Favi.

E cosa fa l’Asur che è un ente pubblico? Invece di pagare come dovrebbe, ed evitare così alla collettività ulteriori spese, fa ostruzionismo e rifiuta ostinatamente di eseguire la sentenza di un Giudice. Un comportamento inaccettabile. Come cittadino attento alla gestione della cosa pubblica, al termine di questa incredibile vicenda, presenterò alla Corte dei Conti un dettagliato esposto indicando i funzionari responsabili di questa “mala gestio” delle risorse pubbliche. Perché non è ammissibile che, a pagare gli sbagli e l’ostinazione ingiustificata di certi dirigenti, sia sempre il cittadino. Quando si gestiscono soldi pubblici, il direttore generale dovrebbe saperlo, si deve agire con accortezza e diligenza.

E’ recentissima una sentenza della Corte dei Conti sezione Lombardia che ha condannato un dirigente della Asl a risarcire l’ente a seguito della sua azione illegittima avendo deciso di resistere in giudizio con evidente lite temeraria. Qui il fatto è ancora più grave: nonostante una sentenza esecutiva, qualcuno ha deciso di continuare a non pagare facendo lievitare le spese di un procedimento che ricadranno solo sulla cittadinanza. Evidentemente non basta all’Asur registrare un pesantissimo passivo sul proprio conto corrente. Il problema è che sono conti della collettività.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 24 giugno 2006 - 2053 letture

In questo articolo si parla di sanità, roberto paradisi