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Una chiesa nuova o una nuova chiesa?

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Venerdì 10 febbraio, alle ore 21 presso la Chiesa dei Cancelli di Senigallia si terrà un incontro con mons. Luigi Bettazzi sul tema Una chiesa nuova o una nuova chiesa? A 40 anni dal Concilio Vaticano II.

dalla Diocesi di Senigallia
www.diocesisenigallia.it


La chiesa diocesana di Senigallia avrà la gioia di avere come ospite mons. Luigi Bettazzi, già vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi, per una riflessione sulla Chiesa a quarant’anni dal Concilio. Un testimone credibile del periodo conciliare e post conciliare, che ha saputo senza paura dare attuazione ad un rinnovamento ecclesiale profondo e maturo. Il suo impegno nell’evangelizzazione, per la promozione umana, per la pace è stato di aiuto e sostegno per alcune generazioni di cristiani. A lui, uno degli ultimi partecipanti viventi al Concilio, abbiamo chiesto di fare una verifica dello stato di salute della chiesa a 40 da questo evento così importante.

II Concilio infatti è stato un evento storico che ha interpretato la domanda di novità, di libertà, di speranza, di fiducia... di tante persone di allora. Un evento che interpreta le stesse doman­de che forse in maniera più incerta e più affaticata sono presenti anche dentro i cristiani di oggi: quella di una Chiesa aperta e sensi­bile a tutte le dimensioni della vita, cordial­mente attenta a tutto ciò che vive nel cuore delle persone; una Chiesa fortemente radi­cata nel mistero di Cristo, il tesoro della sua vita, la vita che la fa vivere: dunque povera, umile, essenziale, trasparente. La Chiesa al Concilio ha proposto ai credenti e al mondo l'idea­le di una vita cristiana capace di dare pie­nezza alle domande di intensa umanità che sono nel cuore di ciascuno.

Il Concilio è stato uno spirito, una sensibi­lità, uno stile, una "spiritualità". Al di là dei documenti approvati, nel lavori del Concilio si è respirato un profondo interes­se verso il mondo, verso la vita; per que­sto il Concilio è importante, perché dice l'amore di una Chiesa per la quale la vita di ogni persona è importante; una Chiesa che si prende cura della ricerca, dei desideri, della domanda di pienezza e di vita degli uomini.

Il Concilio ha fatto suo il metodo di una riflessione che si compie sul mondo e sulla vicenda umana, sulla Chiesa e sull'esi­stenza cristiana, a partire dalla Parola di Dio, a partire dall'attenzione a Dio che si rivela e che è presente nella storia e nella vita umana; il metodo di una riflessione e di una progettazione pastorale che si fa a partire dalla coscienza di essere e di sen­tirsi nel mondo; che si apre al dialogo, nella certezza che esso contribuisce ad arricchire il cammino verso la verità che appassiona ogni persona, talvolta al di là della sua stessa consapevolezza.
Molto del Concilio resta ancora da attuare; ma questo non è il segno della povertà della Chiesa, ma piuttosto della ricchezza delle prospettive che questo evento ha dischiuso; prospetti­ve che ancora per molti anni continueran­no a guidare il cammino dei cristiani e ad affa­scinare il loro cuore.

Noi siamo riconoscenti a questo evento della vita della Chiesa che ci ha cambiati: le parrocchie nella quale viviamo oggi possono respirare la stessa ricchezza dei Concilio; lo stesso amore alla vita; la stessa vicinanza all'uomo e alla storia.
La respirano, ma hanno bisogno di por­tare più in profondità il loro impegno; di rav­vivare l'interesse con cui si è applicata a dare attuazione alle indicazioni conciliari. Per questo il Concilio è ancora oggi il nostro programma.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 07 febbraio 2006 - 2255 letture

In questo articolo si parla di religione, diocesi

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