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Rifondazione sul volantino no global: ''Perchè tanto scandalo?''

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Il volantino del Centro Sociale Mezza Canaja ha scatenato in città un dibattito accalorato a cui non si sono sottratti importanti esponenti politici e istituzionali, concordi nel condannare l’accostamento proposto da quella immagine.

dal Circolo di Rifondazione Comunista


E’ comprensibile che dall’interno del mondo cattolico sia emerso un forte disappunto; meno comprensibili sono però le condanne perché, esprimendo giudizi ultimativi, rinunciano a discutere, evitano il confronto, scivolano sul versante della facile propaganda. Pertanto, a partire da questa vicenda vorremmo cogliere l’occasione per proporre alcune considerazioni più generali.

L’immagine, è bene ricordarlo, proponeva la figura del Papa e quella di un profilattico, la sacralità e la sessualità nel riquadro della stessa foto: un’ironia senza dubbio pungente, ma – scusateci – perché tanto scandalo?

Oggi i cattolici esprimono orientamenti e sensibilità molto diverse, non sempre in accordo con la gerarchia. Tra loro, le persone più legate alla dottrina osservano la rinuncia o circoscrivono la sessualità alla procreazione. Che questi siano liberissimi di seguire i propri convincimenti è cosa ovvia e sacrosanta.

Permane, tuttavia, una certa difficoltà a comprendere le ragioni che stanno alla base, per esempio, dell’esclusione delle donne dal sacerdozio, della disapprovazione dei rapporti prematrimoniali, della condanna dell’omosessualità, dell’allontanamento dei divorziati dai sacramenti, dell’obbligo del celibato per i sacerdoti e di altre scelte ancora fino ai recenti referendum sulla procreazione assistita, tutti fatti che sono in relazione con la sessualità. Perché?

E perché, addirittura, di fronte alla pandemia di Aids in Africa la Chiesa di Roma predica l’astinenza e condanna la promozione dell’uso del profilattico come misura preventiva? Perché il dogmatismo viene anteposto al dolore?

E’ pur vero che molti missionari su questi temi non osservano le indicazioni delle gerarchie e localmente operano a favore di quelle scelte, sebbene negate dalla dottrina ufficiale, ma il fatto che la lotta all’Aids potrebbe avere una forza ben maggiore se l’orientamento della Curia romana fosse diverso, è una verità comprensibile a tutti.

E allora, tornando al volantino, perché tanto scandalo? Perché riproporre lo schema autoritario a cui ha tentato di abituarci il Presidente del Consiglio Berlusconi, secondo il quale la satira equivale alla persecuzione e, perciò, ad essa va negata la cittadinanza?

Il comunicato del Sindaco, in particolare, ha suscitato in noi una profonda delusione: esso non fa che gonfiare il cerchio dei grossolani luoghi comuni dentro il paradiso delle idee dominanti. Si è persa un’ occasione per riaccendere una battaglia di idee rispetto all'offensiva che viene dai pulpiti dei vescovi, dalle cattedre dei neoconservatori, dalle varie piazze televisive che pretendono di dettare legge, costumi, comportamenti e perfino sentimenti e pensieri.

Si dice, forse un po’ ingenuamente, che le amministrazioni locali debbano rappresentare un laboratorio, un’anticipazione di quello che accadrà a livello nazionale quando al posto del governo di Mediaset (che ha depredato la società italiana, ha messo il bavaglio alla libertà di espressione, ha portato il paese in una guerra infame, ha cartolarizzato buona parte del patrimonio pubblico e devastato l’economia sociale) ci sarà il centrosinistra.

Questo è il senso per cui Rifondazione Comunista partecipa in molte parti d’Italia al governo degli Enti Locali. E per questi motivi il PRC si preoccupa quando vede che si sta instaurando un clima diverso da quello che si era creato in questa città, un anno fa, nella costruzione del programma della nuova giunta, che si proponeva di affrontare un percorso programmatico e di metodo che coinvolgesse tutti i soggetti politici, sociali e sindacali per mettere al centro della discussione i veri problemi di Senigallia: la casa, il tessuto produttivo in crisi, le politiche di accoglienza e di inclusione per i migranti (e l’ambigua trovata delle telecamere al Rione Porto non ci piace affatto), gli spazi (tutti) giovanili di aggregazione, il potenziamento dei servizi sociali soprattutto nei confronti delle nuove povertà in larga parte oggi tagliate fuori, una politica culturale legata meno agli eventi e più alle risorse locali.

Non vorremmo, dunque, che ai danni del Centro Sociale Autogestito si metta in atto una versione senigalliese di vicende nazionali: prima la condanna senza appello, poi la cacciata fuori della porta di chi propone opinioni scomode. E’ superfluo citare le libertà costituzionali, ma i toni di certe dichiarazioni sembrano riproporre quasi il delitto di lesa maestà, dimenticando che chiunque può essere sottoposto alla critica – anche graffiante – di chiunque, qualunque sia la sua appartenenza e anche quando si tratti di un leader religioso.

Quest’ultima, del resto, è la differenza che corre tra la democrazia e i regimi integralisti, che tanti drammi contribuiscono a seminare in giro per il mondo ed ai quali proprio non verremmo in alcun modo somigliare.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 28 dicembre 2005 - 2059 letture

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