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Schiavoni: ''Il mio regalo di Natale ai senigalliesi''

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Floriano Schiavoni: "Sono stati quindici giorni in cui il sottoscritto ha trovato notevoli difficoltà a comprendere un mare di numeri e giustificazioni a volte strampalate."

da Floriano Schiavoni
Forza Italia


Nella veste di consigliere comunale sono stato chiamato ad esprimermi in merito alla proposta di bilancio di previsione per l’anno 2006.
L’elemento che più mi ha colpito è l’importo relativo all’ICI.
La cifra, pari a 9.600.000 euro, di per sé non dice nulla al lettore e al consigliere che non conosce il meccanismo con cui si quantifica detto tributo.
L’ICI è un’imposta che colpisce il valore catastale degli immobili (terreni agricoli, aree edificabili e fabbricati civili).
Per maggior comprensione limito le mie considerazioni alla sola prima casa restando valido il ragionamento complessivo.
L’aliquota dell’ICI è di tipo proporzionale (attualmente il 4,3 per mille del valore catastale della prima casa). Questo significa che se una casa ha un valore catastale doppio rispetto ad un’altra l’imposta è doppia.
Fin qui tutto è corretto e giusto.
Il problema che voglio far comprendere ai cittadini senigalliesi, visto che anche ad alcuni consiglieri è stato difficile far “digerire” il principio che ha guidato la mia proposta, scaturisce dal fatto che tra valore catastale (che è la base imponibile della attuale ICI) e valore reale delle case non esiste proporzionalità.
Nella realtà si verificano situazioni di questo tipo. Un immobile situato in via campanella (zona borgo molino) del valore reale, periziato da un esperto del tribunale, di 96.000,00 euro presenta un reddito imponibile di € 560,00.
Il relativo valore fiscale, che è la base imponibile per la quantificazione dell’ICI, è pari a circa 60.000,00 €. La relativa ICI, a carico del proprietario, (nell’ipotesi di prima casa) è pari ad € 260,00.
Un immobile situato presso Villa Pieralisi (lungomare Dante Alighieri) del valore reale di mercato superiore a 400.000,00 euro presenta un reddito imponibile di € 400,00. Il relativo valore fiscale, che è la base imponibile per la quantificazione dell’ICI, è pari a circa 42.000,00 €. La relativa ICI, a carico del proprietario, (nell’ipotesi di prima casa) è pari ad € 180,00.

Matematicamente, a parità di valore, il primo proprietario, paga un’ICI sei volte di più rispetto al secondo!
Questo fatto è contrario al più elementare principio di equità fiscale.
Perché si verifica questa, per me vergognosa, sperequazione fiscale?
La spiegazione è semplicissima e deriva dal fatto che il meccanismo di calcolo dei valori fiscali è superato (sembra assurdo ma i valori fiscali sono, fra di loro, ancora legati a quelli del triennio 1937/ 39).
In rapporto dei valori dopo quasi 70 anni è profondamente cambiato.
Se il rapporto dei valori (in 70 anni) è cambiato è ora di cambiare (e la legge, dal 2005, lo consente) il calcolo della base imponibile ICI. Da qui è nato il mio ordine del giorno volto ad impegnare la giunta a modificare gli estimi catastali.
In Italia diversi comuni, sia di centro destra che di centro sinistra, grazie alla revisione degli estimi catastali, hanno eliminato tale sperequazione (Milano- Ferrara etc.)
In commissione bilancio e in consiglio comunale, guidato dal solo spirito di equità fiscale, ho più volte spiegato quanto in precedenza riferito.
Capisco che la mia proposta operativa (relativa alla immediata revisione degli estimi catastali) determina per alcuni cittadini (coloro che sono proprietari di una casa di elevato valore rispetto alla media) un maggior gettito fiscale.
Ricordo che la normativa permette, se il consiglio comunale lo vorrà, anche di ridurre l’ICI ad altri cittadini (coloro che sono proprietari di una casa di minor valore rispetto alla media).
Un invito è rivolto pertanto all’assessore competente, ai dipendenti e collaboratori comunali affinché siano (e non capisco perché non lo possono essere) in grado di raggiungere, entro il 2006, l’obiettivo sopraindicato in modo da arrivare all’equità fiscale nell’anno 2007.
Se altri comuni ci sono riusciti in dieci mesi non vedo perché i nostri dipendenti non ce la debbono fare in dodici.
In questa direzione, sin da ora, mi impegno a stimolare tutti coloro che saranno chiamati a lavorare per raggiungere questo traguardo.
Ricordo ai lettori che l’ordine del giorno, relativo alla revisione degli estimi catastali, presentato dal sottoscritto è stato approvato all’unanimità.
Di questo ringrazio, ancora una volta, tutti i consiglieri presenti alla votazione.
Effetto secondario di tale approvazione è la riduzione dell’evasione fiscale dell’imposta di registro sulle compravendite. Anche questo aspetto mi rende più sereno.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 24 dicembre 2005 - 2919 letture

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