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A ''Il Giorno più bello'' di Lorenzo Cicconi Massi il premio AGIS

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Il XVII Fano International Film Festival, tenutosi dal 23 al 29 ottobre scorso, è un’importante vetrina di corti cinematografici che quest’anno ha annoverato tra i vincitori il regista e fotografo senigalliese Lorenzo Cicconi Massi con il corto dal titolo “Il giorno più bello”, che si è aggiudicato il premio Agis assegnato dall’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo.
Noi di Viveresenigallia lo abbiamo incontrato.

di Milena Delle Grazie
milena@viveresenigallia.it
Nato nel 1966, vincitore di vari premi sia in campo cinematografico che fotografico, oggi si divide tra le due passioni.
VS.: I corti presentati al festival sono stati tanti, più di trecento, in una varietà di idee molto interessanti. Ci parli del suo corto.
C.M.: “Il Giorno più bello” è una parodia della giornata di una coppia di novelli sposini alle prese con le velleità artistiche di un fotografo marchigiano, che insieme a parenti, amici e addetti al ristorante trasformerà il giorno del matrimonio- e ciò succede soprattutto al sud- in uno stress continuo per gli sposi, in particolare per l’ignaro sposo calabrese interpretato dal mio amico Francesco Frangipane. E’ una storia basata sulle mie esperienze di fotografo, girato a Senigallia è costato solo 300 euro. Ha vinto anche il terzo premio al festival di Civitavecchia. E' una sorta di appendice a quello che invece è il lungometraggio che ho girato nel 2003 con Ennio Fantastichini, Antonio Catania e Riccardo Scamarcio dal titolo “Il motore del mondo”.
VS.: Se non erro, questo suo film è stato definito opera di interesse culturale nazionale.
C.M.: Esattamente. Ciò significa che è stato interamente finanziato dallo Stato, ma questo non è bastato a fare il lavoro che avrei voluto perché i soldi molte volte sono stati mal gestiti e dispersi in mille rivoli. Ma il vero paradosso è che lo Stato dopo averlo finanziato ha portato dei tagli alla distribuzione ed ora mi ritrovo un film pronto senza poterlo distribuire e renderlo pubblico. E’ un grande problema che sto tentando di risolvere tra innumerevoli difficoltà.
VS.: Che cosa racconta ne “Il motore del mondo”, e dove è stato girato?
C.M.: Racconto la storia di un ragazzo di 20 anni al quale accade una tragedia familiare che lo sommerge di nuove responsabilità. Per distrarsi e lavoricchiare si lega ad un fotografo di matrimoni, e proprio durante uno di questi eventi inizierà per lui una strana avventura. Lo abbiamo girato a Iesi per 5 settimane e ed il resto tra la Puglia e la Basilicata.
VS.: Ritornando al Festival di Fano che l’ha premiata, cosa ne pensa degli altri lavori presentati?
C.M.: Solitamente il livello dei festival non è molto alto. Devo dire invece che Fano ha presentato una selezione di notevole interesse e qualità, anche con grosse produzioni internazionali. Non ho potuto guardarli tutti, ma quelli visti mi sono piaciuti.
VS.: Tra le sue due passioni, cinema e fotografia, esiste una che ha il sopravvento sull’altra?
C.M.: Il cinema è senza dubbio il mio sogno fin da bambino; la fotografia invece è nata dopo, grazie anche alla presenza del grande Giacomelli, una figura di un carisma eccezionale che ho avuto la fortuna di conoscere. Sono comunque i miei due modi per esprimere creatività.
VS.: Quando è avvenuto il suo approccio con il mondo del cinema?
C.M.: Ho iniziato nel ’93, e sino al ’95 ho girato 5 corti, tutti proiettati presso il cinema Gabbiano. Proiezioni che ricordo con enorme soddisfazione anche perché furono un grande successo di pubblico.
VS.: Secondo lei esiste un vero interesse da parte della città di Senigallia nei confronti del mondo cinematografico?
C.M.: E’ impopolare dirlo, però io ritengo che Senigallia sia abbastanza stagnante a livello culturale. Inoltre il carattere del senigalliese medio, ma credo un po’ di tutti, non è esattamente quello di sostenere i propri concittadini. Lo stesso Giacomelli non è stato sostenuto come meritava. Io d’altronde rimango molto legato alla mia città, appartenente ad una terra ricca di potenzialità poco sfruttate, che cerco di valorizzare attraverso i miei lavori.
VS.: E’ anche vero però che le Marche sono state scelte come scenografie naturali da registi importanti, su tutti Visconti con “Ossessione”.
C.M.: Giusto, ma non né è trapelata la “marchigianeità”, non è emerso molto del carattere.
VS.: C’è un regista a cui si ispira? E qual è il cinema che le piace vedere?
C.M.: C’è un uomo prima di tutti che risponde al nome di Sergio Leone, perfetto connubio tra cinema di qualità e cinema popolare. Mi piace vedere di tutto, anche se non amo quel cinema autoreferenziale, in cui gli autori guardano troppo dentro se stessi. Un cinema che scompare subito.
VS.: Progetti futuri?
C.M.: Continuerò ad occuparmi di fotografia con l’agenzia Contrasto di Roma, ma sto pensando anche ad un nuovo corto, che sarà un lavoro diverso dal solito. Per il momento non posso svelare di più.

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