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La CIA alla riscoperta di antiche varietà agricole

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Al rinvenimento della mela del Papa si aggiunge ora anche uno speciale tipo di granoturco dell’Appennino marchigiano, ideale per la farina da polenta. Questa “caccia” a specie rurali a rischio di estinzione è opera della Confederazioni Agricoltori Italiani (CIA) della provincia di Ancona e dell’appassionato impegno del suo presidente Marco Giardini.

da CIA-Ancona


Sia nell’uno, che nell’altro caso si tratta di specificità autoctone, cioè, esclusivamente marchigiane.
La mela del Papa (chiamata così perché secondo letture e testimonianze Leone XII da Genga effettuò il primo innesto circa 200 anni fa) è stata già al centro di un partecipato convegno nel Municipio di Genga.
Di quel melo esistevano solo tre esemplari conservati dalla famiglia Giovanetti.
Grazie ad un progetto congiunto di CIA, ASSAM (l’agenzia regionale per lo sviluppo agricolo) GAL Colli Esino San Vicino - con il contributo dell’UE - si è passati alla sperimentazione nei campi della stessa ASSAM.
Ora alcune piantine sono pronte per la messa a dimora sempre nelle terre di Genga.
Si terranno altre sperimentazioni comparative, puntando ad assegnare alla mela del Papa il “titolo” di frutto autoctono ed il riconoscimento di unicità in varietà e caratteristiche organolettiche. Certo, un contributo offerto al territorio di Genga anche sotto il profilo del turismo enogastronomico, della storia, delle tradizioni, ed anche un passo avanti nella concreta attuazione al Distretto Rurale di Qualità nell’area del GAL Colli Esino San Vicino.
Per quanto riguarda il mais appenninico –capace di dare polenta di straordinaria bontà– è proprio di questi giorni il compimento del lavoro di recupero e sperimentazione. Con la CIA collabora l’Associazione ambientalista “Amici della Foce del fiume Cesano”, già impegnata a sostenere l’agricoltura di qualità e le tipicità locali con il “Progetto Cesano” in un parco agro-fluviale e nelle Terre di Frattula (Castel Colonna e dintorni).
La salvezza dall’estinzione di questa varietà di mais ha sviluppato già l’intera filiera produttiva: selezione del seme, scelta e preparazione del terreno, semine, eliminazione delle erbe infestanti, raccolta, sfogliatura, sgranatura, molitura presso un antico molino a pietra, conservazione della farina in appositi sacchetti. Non è mancata la degustazione della polenta, promossa a pieni voti.

Siti da visitare:
www.ilcesano.it
www.terredifrattula.com






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 08 novembre 2005 - 1440 letture

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