dalla parte del cons: Marchigiani: un popolo di truffati!

Non è una battuta, ma è quanto emerge da uno studio secondo cui la nostra Regione ha un primato a livello nazionale: la truffa incide per il 12,8% sul complesso dei reati denunciati nelle Marche, elevandola al secondo posto a livello nazionale dietro la Basilicata. |
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di Corrado Canafoglia
Presidente Codacons Marche
Presidente Codacons Marche
La truffa non è certo l’omicidio, ma è comunque un reato spregevole che presenta un forte allarme sociale, soprattutto in tempi di ristrettezze economiche come gli attuali.
Secondo il Rapporto Sicurezza del Ministero dell'Interno dal luglio 2001 al giugno 2005, le truffe a livello nazionale hanno toccato quota 349.375 contro le 181.467 del quadriennio precedente (+69,65).
Oltre alla classica “stangata” in cui non si pagano merci acquistate, la casistica è estremamente variegata:
1. falsi funzionari di Inps, Enel, Telecom o delle Agenzie di riscossione Tributi, che convincono gli utenti a regolarizzare bollette inesistenti, decantando un'inesistente nuova politica commerciale della società diretta all'incontro delle esigenze degli utenti.
2. falsi rappresentanti di enti di beneficenza, che inducono i singoli a contribuire ad iniziative di solidarietà inesistenti.
3. vendite di multiproprietà inesistenti, dove i truffati vengono attirati in incontri promettendo vacanze da sogno o ricchi premi alla firma del contratto.
4. vendite piramidali (cosidette catene di S. Antonio), dove i truffati a loro volta coinvolgono in questo meccanismo perverso amici e familiari, abbagliati da prospettati facili guadagni.
5.- acquisti per strada di enciclopedie prive di valore, pentolame vario o corsi di informatica di infima qualità.
6. acquisti tramite televendite di prodotti, che non presentano le caratteristiche qualitative promesse in sede di vendita.
I soggetti più esposti alle menti truffaldine che continuano a partorire nuove versioni della vecchia “stangata” sono gli anziani e oggi chi utilizza internet.
In merito a quest'ultima ipotesi va segnalato:
a.- phishing, la nuova frontiera della truffa telematica, che consiste in richieste (con tanto di logo di Istituti bancari noti) di dati relativi all'identità di una persona, grazie alle quali il truffatore ottiene il numero di carte di credito o di deposito bancari: nel messaggio si chiede di aggiornare la propria posizione o di correggere eventuali errori negli estremi indicati nella comunicazione truffaldina. Chi cade nel tranello potrebbe poi trovarsi il conto svuotato.
b.- bacheche virtuali da dove si vende merce che poi non arriva.
c.- scaricare programmi che deviano a propria insaputa la conversione su numeri (709, 899, o peggio ancora satellitari) dal costo altissimo.
d.- skinning, il quale invero non riguarda Internet, in quanto è un vero reato telematico e consiste nel copiare una carta di credito o un bancomat al momento in cui il titolare effettua il prelievo.
La casistica potrebbe continuare ancora a lungo a dimostrazione di una fantasia illimitata, che talora ci fa meravigliare per l'abilità dimostrata, salvo poi essere le vittime di dette truffe ed allora da un certo senso di ammirazione si passa a quello di rabbia.
Tutte le ipotesi però hanno dei denominatori comuni e quindi per difendersi da questi attacchi alla nostra buona fede occorre attenersi ad un decalogo preciso:
1. nessun ente o società manda personale al domicilio per il pagamento di bollette, rimborsi o sostituzione di banconote.
2. nessuna associazione benefica fa più raccolte di fondi porta a porta: diffidare dal versamento in contante soprattutto se a sconosciuti, meglio fare un versamento in Banca o alla Posta.
3. non ascoltare chi offre facili opportunità di guadagno, soprattutto per strada.
4. prima di firmare un contratto, anche se allettante, farlo vedere ad un esperto: non cadere nell'errore di farsi suggestionare dall'idea di perdere un'occasione e soprattutto di non leggere attentamente ogni clausola.
5. acquistare via internet solo da siti conosciuti, dei quali è possibile verificare la veridicità dei dati: se si conosce solo l'indirizzo di posta elettronica non concludere alcuna transazione.
6. diffidare dalle richieste di dati pervenute via Internet e relative a dati di carte di credito e conti correnti, anche se supportati da loghi di Istituti di credito noti o più in generale di Enti erogatori di servizi (Poste, Telecom, Enel, ecc.).
7. soprattutto non vergognarsi di essere stato truffato e sporgere querela. La conoscenza delle dinamiche truffaldine contribuisce enormemente all'opera di prevenzione.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 04 novembre 2005 - 2096 letture
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