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Ponte sullo Stretto: l'Amministrazione Comunale si esprima subito

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
"Nel momento in cui tutto sembra scontato, e non lo è, tutti coloro che non si rassegnano a lottare duramente contro la realizzazione del ponte sullo stretto, questa catastrofe naturale, ambientale, economica, sociale, possono, debbono cogliere questa nuova opportunità per far salire alta la voce del dissenso; questa opportunità ci viene data dalla notizia recentissima secondo cui la Commissione Europea ha aperto una procedura d'infrazione a carico dell’Italia, sul Ponte sullo Stretto di Messina".

da Maurizio Tonini Bossi


Accogliendo una segnalazione delle Associazioni Ambientaliste, la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea contesta all’Italia di non aver adottato le misure necessarie a preservare gli habitat sui quali il Ponte sullo Stretto influirebbe; il Governo italiano non ha eseguito correttamente la Valutazione d’Incidenza del Progetto del Ponte, obbligatoria per tutti i progetti ricadenti in Zone di Protezione Speciale.
La lettera di messa in mora evidenzia che la costruzione dei piloni, delle strutture aeree del ponte e i depositi delle terre da scavo causerebbero un impatto pesante su diverse aree, sia sul versante siciliano che su quello calabrese.
Il Governo italiano ha ora 2 mesi di tempo per rispondere. Se la risposta non dovesse essere soddisfacente, la Commissione Europea potrebbe deferire l’Italia alla Corte Europea, e In tale eventualità, l’Italia si vedrebbe obbligata a presentare un progetto preliminare radicalmente modificato rispetto a quello che è stato posto a base di gara, e a riavviare le procedure di valutazione e autorizzative, rischiando sanzioni pecuniarie e congelamento dei finanziamenti comunitari all'opera.
Ambienti sensibili a questa problematica, coloro cioè che dicono NO alla realizzazione del famigerato ponte, hanno opportunamente già diffidato la società Stretto di Messina a stipulare il contratto con Impregilo, la Società che ha vinto la gara per il general contractor, per evitare di incorrere in penali, i cui costi sarebbero a carico dello Stato, cioè dei cittadini.
Tuttavia, a mio avviso, tutto questo potrebbe sembrare solo dilatorio nei confronti di un progetto che necessiterebbe solo di aggiustamenti "burocratici" e formali, mentre la sostanza è ben altra e le motivazioni del NO GLOBALE non risiedono solo ed esclusivamente sulle imputazioni citate; qui si tratta di insopportabile peso economico, di eccessiva fiducia nella tecnologia, di dirompente impatto ecologico ed ambientale, di utilizzo si sfrontate politiche fondate sul miraggio del lavoro per tutti; di certezza di rafforzare il potere degli apparati mafiosi, di mancata consultazione popolare e prevaricazione degli interessi dei pochi sull’effettivo benessere dei popoli; la lobby del Ponte, ed il club del cemento debbono essere fermati ed è per questo che nessuna Amministrazione Pubblica può ritenersi priva di potere; il silenzio sarebbe colpevole e complice.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 31 ottobre 2005 - 2542 letture

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