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La gente cerca ancora una casa in proprietà

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Senza aree PEEP è difficile costruire alloggi in cooperativa per le categorie sensibili: giovani coppie, anziani, studenti, immigrati. Il Consiglio regionale di Federabitazione presieduto da Giancarlo Boggi ed a cui ha partecipato il presidente di Confcooperative Marche Valentino Mandolini ha analizzato le bozze dei Bandi provinciali del Piano regionale dell’edilizia residenziale pubblica 2004/2005.

da Confcooperative-Marche


La riflessione comune ha portato ad alcune considerazioni condivise da tutti i consiglieri presenti: poche aree PEEP, troppo interesse per la realizzazione di alloggi da concedere in affitto in presenza di un mercato che chiede abitazioni in proprietà, una serie di indicazioni che rischiano di creare un pout-pourri burocratico con il rischio di riflessi negativi sulla costruzione di alloggi per i soci.
La scarsa disponibilità di aree per l’edilizia economica e popolare, più conosciute come aree PEEP, ha fortemente ridotto l’attività delle cooperative edilizie per la costruzione di alloggi a favore delle cosidette categorie sensibili: giovani coppie, studenti, anziani e immigrati.
La carenza di aree PEEP nei PRG dei Comuni potrebbe derivare in parte da complicazioni burocratiche, ma spesso queste aree sono collocate all’interno di aree di espansione, in qualche modo, acquisite dai costruttori che stipulano convenzioni con i Comuni ricadendo così nell’edilizia convenzionata che, comunque, non è quella cooperativa.
La Regione Marche con deliberazione amministrativa n.168 del 2 febbraio 2005 ha approvato il piano regionale di edilizia residenziale pubblica 2004/2005 per un impegno di spesa di €61 milioni circa prevedendo quattro programmi attuativi: programmi provinciali, programmi sperimentali e completamento interventi in corso, integrazione finanziaria dei programmi sperimentali per la locazione e la riqualificazione urbana, programmi di reinvestimento.
In questa fase la province stanno predisponendo i bandi relativi alle costruzione di case da dare in proprietà od in affitto prevedendo gli interventi al pari o, in qualche caso, con prevalenza di destinazione alle case in affitto.
Di fronte a questa scelta la Confcooperative sostiene che il mercato chiede alloggi in proprietà e destinare fondi per la realizzazione di alloggi da concedere in affitto potrebbe significare il non utilizzo degli stessi.
"Lo Stato - ha sostenuto il presidente di Confcooperative Marche Valentino Mandolini - ha sempre investito nelle agevolazioni che hanno permesso di avere la casa in proprietà. Tanto è vero che quando eravamo tutti più poveri e funzionavano i PEEP e le leggi per l'edilizia cooperativa come la 457, e nelle Marche abbiamo costruito oltre 50 mila alloggi in cooperativa, l'intervento pubblico era in conto interessi per chi costruiva una casa in proprietà ed abbassava di dieci/dodici punti la percentuale di interesse sui mutui concessi dagli Istituti di credito.
Il mercato dimostra che la gente è ancora alla ricerca di una casa in proprietà.
Se le istituzioni vogliono realizzare case in affitto si servano degli IACP che hanno sempre svolto questo ruolo, ma con programmi a parte e non con questi programmi e con queste risorse che alla fine permetteranno di realizzare non più di 150/200 alloggi per provincia".
Più pericolosi sono stati definiti i meccanismi di accesso alle provvidenze con un diverso sistema di punteggi da Provincia a Provincia con il rischio che la burocrazia comprometta la fattibilità dei programmi.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 22 settembre 2005 - 2173 letture

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