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Ceramiche d'eccezione al museo della Arti Monastiche di Serra de' Conti

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Un recente studio pubblicato dal ricercatore Claudio Paolinelli si sofferma su alcune delle preziose ceramiche conservate nel museo delle arti monastiche di Serra de' Conti, che si ritiene possano provenire dalla prestigiosa manifattura abruzzese di Castelli.

dal Comune Serra de' Conti


Alcune delle preziose ceramiche conservate nel museo delle arti monastiche “Le stanze del tempo sospeso” di Serra de’ Conti sono state, di recente, oggetto dell’approfondito studio di un valoroso ricercatore, il dottor Claudio Paolinelli, che si è in particolare soffermato su una serie di grandi piatti sei / settecenteschi e li ha identificati come provenienti dalla nota manifattura abruzzese di Castelli.

Lo studio di Claudio Paolinelli è apparso sull’autorevole rivista del museo abruzzese, che pubblica ricerche e documenti sull’arte ceramica ed esce in edizione bilingue italiano-inglese.

“Tra le decine di oggetti ceramici, per lo più terrecotte invetriate d’uso quotidiano, si notano -così scrive tra l’altro Claudio Paolinelli nel suo studio dedicato ai reperti di Serra de’ Conti- per la brillantezza dello smalto e la vivacità della policromia, alcuni grandi piatti di tipologia abruzzese del XVII e XVIII secolo. Dei nove piatti, che costituiscono per tipologia e datazione un gruppo abbastanza omogeneo, sette presentano sul retro una o più iniziali graffite da ricondurre alla consuetudine conventuale di personalizzare le proprie stoviglie con qualche segno di riconoscimento”.

Claudio Paolinelli ha analizzato, in modo specifico, le caratteristiche di alcuni grandi piatti con decorazioni policrome. Uno di questi, annota lo studioso, “presenta un’ampia tesa e profondo cavetto, con decorazione compendiaria sulla tesa, caratterizzata da una coroncina realizzata a veloci pennellate di color giallo e marrone su fondo bianco”.

Un ulteriore piatto di quelli attribuiti alla manifattura di Castelli, su cui si sofferma l’attenzione del ricercatore, presenta una decorazione monocroma blu “realizzata con veloci tratti a simulare due tralci vegetali opposti, arricchiti da gocce distribuite a spessore”.

Claudio Paolinelli desrive poi, fra le ceramiche del museo serrano riconducibili alla manifattura di Castelli, anche “tre grandi piatti piani, di cui il primo, caratterizzato dalla vivace cromia della decorazione vegetale su fondo bianco, presenta quattro fiori formati da sei veloci pennellate color blu, protési verso il centro del piatto, debordanti dalla breve tesa con orlo arrotondato, occupata da foglie gialle alternate da quattro motivi geometrici a serpentina.”

Altrettanto pregevoli il secondo piatto “riccamente decorato da motivi geometrici”, ed il terzo che “si evidenzia per le dimensioni e per la raffinatezza del decoro monocromo”, e che presenta anche una decorazione centrale recante il monogramma mariano.

Claudio Paolinelli annota come, sebbene non sia reperibile a questo riguardo documentazione d’archivio, “il confronto diretto con i frammenti ceramici rinvenuti nel centro cittadino di Castelli” porta ad attribuire “con sufficiente certezza questi piatti al noto centro abruzzese”.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 14 settembre 2005 - 1594 letture

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